Mio figlio, picchiato dalla polizia a Pisa

Daniele Bouchard, pastore della chiesa valdese della città toscana, racconta l'esperienza vissuta da suo figlio diciassettenne, uno dei ragazzi presi a manganellate durante la manifestazione pro Palestina di venerdì scorso, e riflette sull'accaduto, dichiarandosi "indignato e preoccupato, come cittadino".

Muro edificato da Israele in Cisgiordania a partire dal 2002. Foto unsplash.

Roma (NEV), 1° marzo 2024 – “Più forte della preoccupazione per lui, per mio figlio diciassettenne che è stato vittima delle manganellate della polizia venerdì scorso, a Pisa, la nostra città, quello che provo è indignazione. Sono stati picchiati dei minorenni inermi, in una manifestazione chiaramente pacifica e di dimensioni ridotte, dunque ciò significa che la polizia ha organizzato un pestaggio senza che vi fosse il più vago problema di ordine pubblico. Per questo, al di là del nostro caso specifico, da cittadino sono preoccupato anche per l’Italia”. A parlare è Daniele Bouchard, pastore della chiesa valdese di Pisa e padre di due tra le poche decine di manifestanti – undici minorenni feriti su un totale di diciassette contusi – che venerdì scorso sono stati aggrediti dalla polizia, nel corso di una manifestazione di solidarietà alla popolazione di Gaza. Il figlio più piccolo del pastore, che tra pochi giorni compirà diciotto anni, è stato quello che ha subito le cariche e preso le manganellate. Nessuna conseguenza fisica grave, per fortuna, ma ancora accertamenti medici da fare.

“Ho saputo i fatti da mio figlio quando è tornato a casa – spiega Bouchard – e poi ho seguito la vicenda sui media, come tutti. Ho visto come tutti i terribili video in cui emerge come le forze dell’ordine abbiano infierito sugli studenti, li abbiano rincorsi. La cosa positiva è che la città di Pisa è insorta, tutta, anche il sindaco di centrodestra è sceso poi in piazza dopo l’episodio di violenza ai danni di tanti giovanissimi. La mia indignazione, dunque, è stata ed è condivisa. D’altra parte, abbiamo visto i pronto soccorso pediatrici pieni di ragazzi, una cosa del genere non si era mai vista a Pisa…Non è stata una carica di alleggerimento.”

Proprio di carica di alleggerimento ha parlato invece oggi il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi nel corso dell’informativa alla Camera sugli scontri di Pisa e Firenze: “Sopraggiungeva un secondo contingente dei reparti per garantire l’incolumità degli operatori compressi contro l’automezzo collocato alle loro spalle, veniva effettuata una carica di alleggerimento, consentendo al personale di avanzare di qualche metro e di allentare così la pressione dei manifestanti”, ha dichiarato, come riportato in questo video dell’Agenzia Vista.

Intanto, a una settimana dai fatti, Silvia Conti, dirigente del reparto mobile di Firenze è stata trasferita (anche se non avrebbe avuto alcun ruolo operativo a Pisa e dovrebbe andare in pensione tra sei mesi) ad altro incarico e la polemica politica continua, anche a fronte della presa di posizione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

“Aspettiamo qualche sanzione disciplinare, verso chi ha chiamato i reparti e chi ha ordinato le cariche – continua il pastore di Pisa – . Ciò che mi preme ricordare è che quei ragazzi solidarizzavano con i loro coetanei di Gaza. E la violenza ingiustificata contro di loro ha fatto sì che il mondo intero si sia accorto della loro voce. Che qualcuno abbia cercato di giustificare le violenze è la cosa che mi preoccupa di più: è in ballo la libertà di opinione”.

Quanto alla chiesa valdese del capoluogo toscano, è stato scritto e pubblicato un comunicato: “ci siamo uniti nel denunciare l’accaduto”, spiega Bouchard, perchè “la nostra fede alimenta un senso civico forte, il bisogno di difendere sempre la Costituzione”.

“Il Consiglio della Chiesa valdese di Pisa esprime preoccupazione e dispiacere – si legge nel testo – . Ritenendo la violenza in ogni caso ingiustificata e ingiustificabile, il Consiglio di Chiesa si unisce a quanti chiedono di chiarire le motivazioni di tale sproporzionata reazione indirizzata verso giovanissimi manifestanti che sfilavano in corteo per chiedere il cessate in fuoco in Palestina”.

Nel frattempo, a Pisa, dove la Procura ha aperto un’inchiesta (per ora contro ignoti e senza ipotesi di reato) è in fase di valutazione un’azione legale collettiva tra le famiglie dei ragazzi coinvolti. “Vogliamo sia un atto politico e simbolico, perchè non succeda mai più che la polizia si comporti in questo modo”, dichiara Bouchard.

E il giovane studente picchiato, non ancora maggiorenne, come sta, come reagirà? “Mi ha colpito che sia già riuscito a dire che deve essere punito chi ha dato l’ordine, non solo e non tanto chi l’ha eseguito – conclude Bouchard -. Quindi le violenze non hanno suscitato in lui, almeno spero, un odio viscerale e il suo pensiero denota un grande senso civico. Certo, mi auguro che l’episodio non abbia conseguenze negative sulla sua fiducia nelle forze dell’ordine, su quella degli altri ragazzi. Come ha sottolineato giustamente un’insegnante di Pisa dopo l’accaduto, la domanda da rivolgere a chi ha scelto di praticare la violenza contro gli studenti è proprio: che cosa insegnate ai ragazzi?”.

 

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