Abbattuti 62 pini storici a Tarquinia lido: “Al loro posto platani e lecci”

Un frame dal servizio sui pini abbattuti tratto da https://www.fanpage.it/roma/la-guerra-dei-pini-marittimi-a-tarquinia-il-comune-abbatte-62-alberi-sani-ignorando-vincoli-e-pareri/

Roma (NEV), 8 marzo 2024 – Un commento della Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) a seguito dell’abbattimento dei 62 pini a Tarquinia lido.
Proprio a Tarquinia si trova la prima realtà cattolica riconosciuta eco-comunità dalla GLAM, “Semi di pace”, un’associazione umanitaria senza scopo di lucro che con la sua Cittadella ha trasformato una discarica in “luogo di memoria, di incontro, di amore e cura per l’ambiente”. La GLAM intende così esprimere il suo supporto a tutta la comunità che si impegna per la salvaguardia del creato e della biodiversità nei territori.


Alberi abbattuti al Lido di Tarquinia: esposto in Procura di Stas, Assolidi, Semi di pace e Lestra (civonline.it)


La guerra dei pini marittimi a Tarquinia: il Comune abbatte 62 alberi sani, ignorando vincoli e pareri (fanpage.it)


<<In diverse parti d’Italia stanno scomparendo blocchi di filari, uno degli elementi del paesaggio urbano ed extraurbano: le alberate che incorniciano le strade. Si assiste ad una progressione di questo fenomeno, dissociato e strabico: da un lato, il moltiplicarsi di dichiarazioni che acquisiscono il vincolo ambientale e climatico nei processi di trasformazione urbana (a due anni dalla modifica dell’articolo 9 della Costituzione e a ridosso della approvazione del Parlamento europeo della legge sul ripristino della natura). Dall’altro, vediamo la loro sistematica negazione nelle pratiche. Come ricorda Paolo Maddalena (ex magistrato) il territorio appartiene al popolo sovrano, e per suo conto gli enti preposti lo amministrano in un quadro di partecipazione attiva dei cittadini e di concorso nell’azione di tutela del patrimonio pubblico, di cui i beni ambientali fanno parte.

Questa prospettiva è stata rovesciata e si assiste ad uno svuotamento degli spazi della partecipazione. A volte, il dissenso viene addirittura trattato come un problema di ordine pubblico. Con argomentazioni finanziarie, anche la gestione del patrimonio arboreo viene liquidata appaltandola a privati convenzionati, al ribasso. Trattato come un cespite, del verde permane una concezione subordinata alle funzioni antropiche: nessun rispetto per gli apparati radicali, scempi nelle potature, ferite ai tronchi in relazione a interventi sotterranei o per la mobilità. O, direttamente, abbattimenti.

Un caso di questi è quello di Tarquinia lido, dove sono stati tagliati 62 pini storici con l’impegno di sostituzione con altre specie. Al loro posto, verranno piantati platani e lecci.

Sorgono due ordini di considerazioni.

La prima riguarda il tema di queste sostituzioni. Le piante, come noto, svolgono una serie di servizi – detti “ecosistemici” – regolatori per la salute, di supporto ad altre forme di vita. Inoltre, svolgono servizi “culturali”, portando benefici psicologici, ricreativi ed estetici. Questi servizi variano a seconda dell’età e il rapporto tra una nuova piantumazione ed un albero storico è nell’ordine delle centinaia, cioè i servizi ecosistemici di un albero adulto sono centinaia di volte maggiori di quelli di uno giovane. Per questo la gestione dovrebbe essere di tipo conservativo, preservando la sicurezza in ambito urbano. Gli alberi vengono classificati secondo alcune fasce relative allo stato di salute e soltanto all’ultima si dovrebbe valutare l’abbattimento.

La seconda considerazione riguarda il paesaggio: la cultura in Italia è spesso ancora legata a canoni da giardino rinascimentale. Piante sagomate, viali allineati tutti di una stessa specie e possibilmente coetanei. Questi criteri estetici spesso prevalgono sul rispetto della vita arborea e delle sue funzioni e giustificano la “riqualificazione”.

La GLAM ritiene che la salvaguardia del creato passi anche da una rivisitazione dei modelli mentali per entrare in una comunità di pensiero che riconosce come criterio guida la dignità ad ogni vivente, comprese le piante>>.