Roma (NEV), 2 aprile 2024 – Editoria indipendente e filiera biologica ed etica, due modi diversi di produrre cultura, da un lato, ma anche diritti e lavoro dignitoso. E’ lo spirito del libro “Fuori dal buio”, ultima opera di Francesco Piobbichi, operatore del programma migranti della FCEI, Mediterranean Hope, a Rosarno, e disegnatore sociale.
“Questo libro nasce quasi per caso, avevo dei disegni fatti nei mesi scorsi, durante i mesi invernali, a Rosarno e non solo. Succede poi per caso che Matteo Minelli, uno degli animatori della realtà della casa editrice Cronache ribelli, di Perugia, li ha visti e gli sono piaciuti. Così li ho montati, a costruire un libro”, racconta Piobbichi.
Perchè il titolo “Fuori dal buio”? “Il buio è la cornice principale che rappresenta simbolicamente una frontiera interna, delle persone che se la porteranno addosso per sempre una volta sbarcate, arrivate in Italia, in Europa. Non è solo assenza di luce ma è piuttosto una presenza: sono le leggi, i muri, il filo spinato, la retorica razzista ed emergenziale che impedisce alla luce, questa volta sì, la luce dei diritti, di passare. E su questo buio disegno linee bianche, quasi per mettere in chiaro le cose”, aggiunge.
Per scrivere ‘bianco su nero’, “per provare a denunciare l’oblio, la degradazione che le persone subiscono nei loro viaggi migratori, dal deserto fino ai campi di Rosarno. E attraverso il disegno provo a costruire una forma di riscatto”.
Fuori dal buio è anche il nome di una delle numerose attività realizzate nella Piana di Gioia Tauro da Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, che prevede l’utilizzo di giacche e giubbini usati da distribuire nella Piana di Gioia Tauro ai lavoratori braccianti. Una delle iniziative che il progetto ha in cantiere per contrastare lo sfruttamento dei lavoratori.
Ma che cosa è il caporalato? Chi sono i caporali? “Per me il vero caporale è la grande distribuzione organizzata che ha costruito un meccanismo di sfruttamento intensivo basato sul mettere in competizione territori, nella catena della globalizzazione – dichiara Piobbichi -. Basti pensare a quanto successo questo inverno, con prodotti che arrivavano da altre parti d’Europa a bassissimo prezzo o alla prassi comune del sottocosto, cioè imporre ai piccoli produttori il costo, per aumentare il profitto. E in questo quadro chi subisce le conseguenze sono i lavoratori, sia dal punto di vista del salario diretto – i soldi in busta paga che sono sempre meno perchè lavorano a grigio – ma anche in modo indiretto, nel sistema dell’accoglienza: sono invisibili, c’è una politica di “razializzazione” che in Italia è sviluppata attraverso la retorica dell’emergenza, dei campi container, dei moduli provvisori, dei luoghi separati in cui vivono le persone che coltivano i prodotti della terra. Questo libro sta dunque dentro l’esperienza di Dambe so, l’ostello sociale, e ci permette di raccontare questa forma di mutuo appoggio che abbiamo sviluppato nella Piana di Gioia Tauro”.
Il libro nasce infatti “in simbiosi” con la pratica di Etika, la rete di produzione e distribuzione di prodotti agrumicoli avviata da MH con Sos Rosarno e Mani a terra, in Calabria. Agli ordini fatti attraverso questa rete, infatti, viene applicata una “quota sociale”, che finanzia anche in parte i progetti dell’ostello.
“La nostra è una realtà editoriale indipendente, un collettivo orizzontale, nato nel 2016, per raccontare storie di emarginazione, oggetto di oppressione, per raccontare le lotte – spiega Matteo del collettivo Cronache ribelli – . Siamo arrivati a 23 pubblicazioni, tutto fuori dalla grande distribuzione, ma lavorando on line e con le librerie indipendenti. Siamo anche molto impegnati in termini di riduzione dell’impatto ambientale”. E il 20% del prezzo di copertina di ogni copia del libro di Francesco Piobbichi sarà devoluto all’ostello Dambe so.