Roma (NEV), 17 maggio 2024 – articolo di Irene Grassi
Il Forum Europeo delle Associazioni Cristiane LGBTI+, detto qui anche Euroforum, è un’associazione ecumenica che mira a raggiungere l’uguaglianza e l’inclusione delle persone LGBTI+ all’interno delle chiese cristiane e attraverso di esse e altri organismi religiosi. Esso conta oltre 40 gruppi provenienti da più di 20 paesi in Europa, fra cui la Rete evangelica fede e omosessualità (REFO).
L’Euroforum si incontra ogni anno in un paese diverso e quest’anno, il 43° dalla sua fondazione, è toccato all’Italia. La scelta del luogo per ospitare l’evento è caduta su Villa Cagnola, una splendida struttura che si trova Gazzada (VA), quasi sulle rive del Lago di Garda. È stato così che ho fatto parte del comitato che lo ha organizzato, costituito dalla REFO e dall’associazione Cammini di Speranza.
L’Euroforum prevede alcuni incontri preliminari detti Preconferences (quest’anno presentate dai gruppi “Donne”, “Uomini”, “Queer”, “Cattolicɜ”, “Altre differenze”); molti laboratori, per tutti gli interessi e le inclinazioni all’interno dell’esperienza cristiana LGBTI+; e, soprattutto, l’Annual General Meeting (AGM), ossia l’incontro nel quale si vota l’esecutivo del Forum Europeo delle Associazioni Cristiane LGBTI+ e se ne stabilisce il mandato per il futuro. Quest’anno, in particolare, nell’esperienza era inclusa una gita a Milano, dove il gruppo è stato ricevuto a Palazzo Marino e ha ascoltato l’esibizione commovente e divertente del “Checcoro”, per poi dirigersi verso la chiesa battista di via Pinamonte, dove si è tenuto un culto aperto.
Ma questa è solo una descrizione parziale di quello che può essere un incontro dell’Euroforum, e la ragione per cui oltre 160 persone quest’anno si sono ritrovate insieme a Gazzada è qualcosa che ben conosce chi frequenta incontri legati alla fede e all’identità: il bisogno di stringere nuove relazioni e cementare quelle già esistenti; la ricerca di momenti di alta spiritualità; il desiderio di apprendere, di allargare il proprio orizzonte; la spinta a lottare per valori e diritti che non sono solamente i propri, ma anche quelli di altre persone che, purtroppo, ancora oggi, anche in paesi accoglienti e progressisti, anche in chiese ben disposte e con una storia di buone pratiche, sperimentano discriminazione, rifiuto e stigma.
Tutto questo lo so perché ho avuto il privilegio e il piacere, in quanto membro del comitato organizzatore, di leggere i foglietti su cui erano scritte le aspettative dei partecipanti, condivise anonimamente durante la serata di apertura. E fra di esse, in realtà, quella che più mi ha colpito è stata quella del “riposo”. Eppure in un convegno del genere non ci si riposa davvero: tra un laboratorio e l’altro, una votazione e un pranzo, un momento di culto e uno di socialità, il tempo per “riposare” in senso stretto è quello che proprio manca. A quale riposo si riferiscono i credenti LGBTI+, allora? Forse al riposo da un ambiente ostile, un mondo crudele, brutale, indifferente, non disposto al dialogo e alla comprensione. Forse al riposo nella certezza di uno spazio sicuro, della presenza di persone pronte a riconoscere nell’altrǝ una persona amica, tutta da scoprire, con una storia e un’identità uniche, e con cui condividere la fede e la preghiera.
A ridosso del 17 maggio, Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, è importante riconoscere che la fede è parte integrante e fondamentale della vita di moltissime persone LGBTI+, e ne è un elemento tutt’altro che inconciliabile con le loro identità. Il Forum Europeo delle Associazioni Cristiane LGBTI+ serve anche a questo: a fare amicizia, a fare politica, a fare teologia e a fare esperienze spirituali. Alla riconciliazione, alla resistenza e all’azione, sostenuta da una rinnovata fede in Gesù Cristo, figlio di Dio, che ama e accoglie tuttɜ nel suo Amore.