2 giugno, festa della Repubblica – una festa del popolo per la pace

L'emblema della Repubblica Italiana disegnato dal pittore valdese Paolo Paschetto

Roma (NEV), 1° giugno 2024 – Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del Centro interconfessionale per la pace (CIPAX) in occasione della festa della Repubblica.


Il 2 giugno, Festa della Repubblica, sarà celebrata anche quest’anno nella capitale con la parata militare e il sorvolo delle Frecce tricolori dell’Aeronautica militare. In una fase drammatica come questa con venti di guerra che scuotono l’Europa e il Mediterraneo l’esibizione delle armi è quanto mai inopportuna.

La Costituzione afferma all’art. 1 che “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”, per aggiungere subito dopo “La sovranità appartiene al popolo”. È dunque in opposizione alla storia, allo spirito e alla lettera della Costituzione che si è voluto sostituire al popolo le Forze armate nella rappresentazione simbolica della Repubblica, appena mitigata ultimamente dall’inserimento marginale di qualche rappresentanza civile.

Poiché l’art. 51 stabilisce che “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino” e che “L’ordinamento delle Forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica”, ciò significa che le Forze armate sono esclusivamente al servizio della difesa della Repubblica e che di per sé non rappresentano né il popolo né la Repubblica, essendoci a questo fine altre istituzioni. È bene ricordare inoltre che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. (art.11).

È tempo dunque di esigere che iniziative simboliche locali e centrali si conformino allo spirito della Repubblica e alla lettera della Costituzione, attraverso la presenza della società civile.

Come associazione interconfessionale per la pace, il CIPAX esprime alcune priorità per rafforzare il senso di appartenenza alla Repubblica e ai suoi valori.

È tempo che le diverse confessioni possano esercitare liberamente i propri culti in luoghi e con modalità proprie dando finalmente contenuto all’art. 8: “Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano”.

È opportuna un’educazione alle religioni con la partecipazione degli esponenti delle fedi presenti in Italia, senza finalità di proselitismo, affinché i giovani si comprendano e interagiscano tra di loro indipendentemente da appartenenze religiose o meno.

Chi sceglie il nostro paese per vivere stabilmente deve avere gli stessi diritti e doveri, a cominciare dalla cittadinanza. L’apartheid dei diritti/doveri deve cessare. Chi fugge da un paese in cui la propria vita è in pericolo e le libertà fondamentali sono negate deve trovare asilo politico, conformemente all’art. 10.

Sul piano della pace è indispensabile che sia assicurata a tutte le generazioni un’adeguata educazione alla pace, e ai diritti fondamentali. Il coinvolgimento delle scuole e delle università per il reclutamento nelle Forze armate e la propaganda delle armi è contrario allo spirito costituzionale. La difesa come dovere civico trova attuazione attraverso una Difesa civile e nonviolenta, a cominciare dalla istituzione di un apposito Dipartimento come proposto dalle organizzazioni della società civile.

Conformemente alla Costituzione l’Italia deve cessare l’export di armi ai paesi coinvolti in conflitti e in gravi violazioni delle libertà fondamentali. La legge esistente, n. 185/1990, oggi in procinto di essere stravolta, non solo deve essere rispettata ma deve essere estesa nella sua applicazione.

Il valore costituzionale della difesa non è più compatibile con la presenza in Italia di armi nucleari. È tempo che l’Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato per la proibizione delle armi nucleari, in vigore dal gennaio 2021.