Cosa significa essere valdesi, oggi. Risponde Carola Tron

In occasione degli 850 anni dalla nascita del movimento valdese, abbiamo chiesto a donne e uomini valdesi di spiegarci il senso della loro fede e appartenenza.

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Roma (NEV), 24 luglio 2024 – Che cosa vuol dire essere valdese, oggi? In occasione degli 850 anni dalla nascita del movimento valdese, insieme a Radio Beckwith (RBE) e a Riforma, abbiamo interrogato diversi esponenti di questa comunità, chiedendo loro di spiegare in modo semplice, sintetico, a parole loro, questa appartenenza. Giovani e meno giovani, provenienti da ogni regione d’Italia, pastore e teologhe, o anche “semplici” cittadini. Ecco le loro risposte.

Protagonista di questa “puntata” è Carola Tron.


Credo che fare un bilancio sull’essere valdese oggi ci obblighi a ripensare, a ricordare l’origine di questo movimento. Un movimento di tanti anni, che in questo momento speciale di anniversario ci fa rimettere insieme le fondamenta dei valori, della centralità della parola, del vivere la fede nonostante il rischio della persecuzione, il rischio di essere una minoranza. E anche nonostante il rischio di situazioni infelici non volute, nei contesti delle società in cui viviamo. Bisogna mettere al centro anche il valore della libertà che oggi abbiamo. La libertà non è scontata e spesso si dissolve in una società che si dice cristiana, ma che molte volte nelle sue pratiche e nel suo stile di vita si allontana sempre di più da quei valori semplici, ma profondi e trasformatori del Vangelo. Valori che riguardano la giustizia, la ricerca costante della verità, la centralità di Dio nella vita, oltre noi stessi. Ecco, questi sono alcuni degli aspetti di ciò che significa per me la mia fede, di cosa significa per me essere valdese oggi.


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