Roma (NEV), 5 agosto 2024 – Si è chiusa sabato scorso a Camaldoli la 60^ Sessione di formazione del Segretariato attività ecumeniche (SAE). Apertasi il 28 luglio, questa consolidata iniziativa ecumenica, che negli ultimi anni ha anche intrapreso importanti percorsi interreligiosi, ha avuto come tema “Una terra da abitare e custodire”. La sessione ha affrontato la crisi socio-ambientale attuale attraverso discussioni teologiche, scientifiche e pratiche. Relatori di diverse tradizioni religiose, cristiane e non solo, hanno esplorato il ruolo delle Chiese e delle religioni nella salvaguardia del creato, l’educazione alle emozioni e la sostenibilità economica ed ecologica. L’incontro ha incluso tavole rotonde, preghiere ecumeniche e testimonianze.
I lavori si sono aperti con il discorso inaugurale della presidente del SAE, la valdese Erica Sfredda. Fra le numerose presenze dal mondo protestante, Debora Spini, intervenuta al panel “Leggere la crisi, tra scienze e vissuti”. Spini ha citato Elena Pulcini sull’importanza della paura come stimolo per responsabilità e solidarietà. Inoltre, ha discusso la “paideia delle passioni” come educazione politica delle emozioni, citando la crisi delle categorie politiche moderne a partire proprio dall’ambientalismo. Parlando di crisi della sovranità e della democrazia moderne, la studiosa ha sottolineato come la globalizzazione e il cambiamento climatico minino la stabilità statale. Ha infine citato Ulrich Beck, evidenziando il cosmopolitismo come necessità politica e morale nell’era dell’Antropocene.
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Fra i momenti significativi, anche la tavola rotonda con Vladimir Laiba, Letizia Tomassone e Domenico Pompili. La pastora Tomassone ha sottolineato il ruolo delle chiese protestanti nel dialogo con le scienze e l’importanza della giustizia climatica, parlando di paradigmi teologici come l’“Incarnazione profonda” e la “coscienza ombelicale”. Tomassone ha ribadito, fra l’altro, la necessità di ascoltare le voci delle comunità colpite dalle crisi ecologiche. Laiba e Pompili hanno discusso invece la dimensione morale e spirituale della crisi ecologica e la necessità di una nuova spiritualità cosmica.
Le Chiese per la salvaguardia del creato (saenotizie.it)
Durante la tavola rotonda “Religioni e Terra” sono intervenuti poi Jaya Murthy (per l’induismo), Elena Seishin Viviani (buddhismo) e Adnane Mokrani (islam). Ogni relatore ha esplorato le connessioni tra la propria tradizione religiosa e la cura della Terra, sottolineando l’importanza di valori come la sacralità della natura, la nonviolenza e l’eco-teologia. Le discussioni hanno evidenziato una convergenza di visioni e sensibilità riguardo alla crisi socio-ambientale attuale.
Fra gli ospiti anche Enrico Giovannini, ordinario di Statistica, economica e sviluppo sostenibile all’Università di Roma Tor Vergata, già ministro e presidente dell’Istat, nonché co-fondatore e direttore scientifico dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS). Giovannini ha ripreso i temi dell’Agenda 2030 dell’ONU, per un mondo libero da povertà, fame e ingiustizie, per i diritti umani e la sostenibilità ambientale. Per Giovannini, il ruolo dei cristiani nell’implementare questi obiettivi è cruciale, anche di fronte al contrasto fra progressi e sfide attuali come pandemia e crisi energetica. Nel suo intervento, anche suggerimenti pratici per promuovere il cambiamento e un appello all’unità e alla convergenza su questi temi. Enrico Giovannini: sostenibilità tra economia ed ecologia (saenotizie.it)
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