Il Sinodo valdese ricorda Paolo Ricca

Il Sinodo valdese 2024, nel corso della prima giornata di lavori, ha ricordato la figura del pastore, professore e teologo Paolo Ricca, scomparso da pochi giorni.

Paolo Ricca e Sabina Baral. Un frame dal video su "Dio", chiesavaldese.org

Torre Pellice (NEV), 26 agosto 2024 – Lo scorso 14 agosto si è spenta la vita terrena del pastore Paolo Ricca. Nato nel 1936, a Torre Pellice, studia teologia a Roma, poi negli Stati Uniti e a Basilea, dove è allievo di Barth e Cullmann, che lo seguirà nella tesi di dottorato, servendo anche come coadiutore nelle chiese di Zurigo e Basilea sino all’estate del 1961. Tra il 1961 è pastore nelle chiese valdesi di Torino e Forano Sabino.

Nominato dal Sinodo docente di Storia della Chiesa e teologia pratica nella FVT nel 1976, vi insegnerà sino all’emeritazione, avvenuta nel 2006.

Dal 2002 al 2012 accetterà il ruolo responsabile dell’ufficio OPM, accompagnandone in modo decisivo lo sviluppo, soprattutto sul piano dei principi da preservare. Sempre dal 2002 svolgerà una preziosa collaborazione per progetti editoriali di particolare rilevanza della Casa editrice Claudiana.

Pastore di una piccolissima chiesa protestante, era stato scelto per le sue competenze teologiche come membro della Commissione Fede e Costituzione del Consiglio ecumenico delle Chiese. Giovanissimo, aveva partecipato come osservatore al Concilio Vaticano II, con l’accredito da giornalista inviato dall’Alleanza Riformata mondiale, per la quale curerà resoconti e commenti. Negli anni successivi sarà uno dei teologi che contribuiranno all’elaborazione della storica Concordia di Leunberg, fondativa della Comunione fra Luterani, Riformati e poi anche metodisti in Europa.

Tante le sue pubblicazioni, pensate e realizzate soprattutto con spirito pedagogico e divulgativo: come la cura del lezionario “Un giorno una Parola” e il commento al catechismo di Heidelberg, usato in molte chiese come testo di catechesi.

Nel 2022 esce il suo “Dio, Apologia”: non l’apologia di Dio, che non ha bisogno di essere difeso, come ci teneva a spiegare, ma la difesa della centralità del discorso sul Dio rivelato da Gesù Cristo, la rilevanza della fede cristiana nel mondo di oggi, dell’annuncio del “dolce amare” di Dio, come si legge in una pagina del libro particolarmente cara alla moglie e ai figli di Paolo: “Il dolce amare di Dio, che non aspetta di essere amato per amare, e non cessa di amare chi non lo ama, il Dio che ama a fondo perduto”.

Al di là dei vari incarichi ricoperti in commissioni e comitati, Paolo Ricca è stato sempre e soprattutto portatore appassionato dell’annuncio evangelico, per cui si è speso fino all’ultimo in modo generoso, nella conferenza della piccola chiesa o associazione di un paese sperduto, come nella massima ufficialità di incontri ecumenici organizzati al livello più alto dalle Chiese, attribuendo ad ogni incontro e ad ogni interlocutore, dal più semplice al più colto, la stessa importanza. Questa passione evangelica è stata la motivazione di fondo di tutta la sua vita.