La guerra in gioco: al confine tra sport, conflitto e vita

Roma (NEV), 16 settembre 2024 – Il Centro evangelico di cultura di Sondrio ha inaugurato il suo secondo triennio di attività con una nuova serie di incontri che affrontano il complesso legame tra gioco, sport e guerra. Il tema scelto, La guerra in gioco, mira a esplorare il ruolo del gioco e dello sport come riflessi e preparazioni simboliche al conflitto, offrendo spunti di riflessione su come queste esperienze influiscono sulla mente e sulla società.

Abbiamo chiesto al direttore del Centro, Emanuele Campagna, di raccontarci com’è andato il primo incontro.

“È stata un’occasione preziosa per esplorare temi legati al gioco anche nella storia, alla pedagogia e agli stereotipi di genere. L’incontro ha visto protagonisti due esperti: Massimo Cingolani, direttore del Piccolo Museo del Giocattolo di Sondrio, e Tommaso Saro, chinesiologo, ovvero un esperto in scienze motorie, che hanno contribuito ad aprire un dialogo ricco e articolato sulle varie sfaccettature del gioco, sia da un punto di vista educativo che culturale – ha detto Campagna –. Abbiamo discusso di come il gioco possa fungere da strumento per immaginare e processare la realtà, aiutando i bambini a distaccarsi temporaneamente dal presente per esplorare nuovi scenari, ma anche a sviluppare capacità cognitive e relazionali che li preparano ad affrontare la vita reale in modo più consapevole. Il gioco, in questo senso, può essere un modo per controllare e gestire questa forma di ‘alienazione’, evitando che si trasformi in qualcosa di incontrollato o sottovalutato”.

Un focus particolare, ha spiegato ancora il direttore, è stato dedicato alla differenziazione di genere nei giocattoli, un aspetto che ha suscitato grande interesse. “Abbiamo parlato dei soldatini come simbolo del gioco maschile per eccellenza e della Barbie come emblema del gioco femminile. La Barbie, in particolare, è stata al centro di un’analisi approfondita non solo per il suo impatto commerciale, ma anche per il significato sociale che ha acquisito nel tempo. Inizialmente vista come un giocattolo destinato alle classi più abbienti, si è poi trasformata in un prodotto accessibile a tutte le fasce di reddito, rivoluzionando il mondo del gioco femminile. Prima di lei, infatti, le bambole erano spesso limitate a un ruolo più ristretto, mentre la Barbie ha offerto nuove possibilità di espressione creativa, diventando più inclusivo”.

Un altro tema affrontato durante la serata è stato quello dell’agonismo e dell’ansia da prestazione, “fenomeni sempre più diffusi tra i giovani, sia nello sport che nella scuola – ha detto Emanuele Campagna –. Abbiamo discusso di come la pressione a eccellere possa portare i ragazzi a sviluppare una visione distorta della propria performance, sentendosi adeguati solo se raggiungono il massimo risultato. Questo meccanismo è ben descritto nel libro di Stefano Bartezzaghi ‘Chi vince non sa cosa si perde. Agonismo. Gioco. Guerra’, dove si parla del concetto di ‘aspettanza’ e si analizza come la società moderna tenda a premiare solo il vincitore, lasciando poco spazio a chi, pur ottenendo buoni risultati, non arriva al vertice. Si crea così una dicotomia tra il ‘vincente’ e lo ‘scarso’, con conseguenze negative sulla percezione di sé e sulle proprie capacità. Tutto ciò che non arriva al 10 e lode non va bene, quindi anche il 10 non sarebbe abbastanza”.

In questo primo incontro si è parlato di vari sport, fra cui del judo, e ancora dell’impegno mentale e fisico, di superamento della depressione attraverso la riscoperta del piacere e di un equilibrio: “Durante l’evento, abbiamo toccato anche il tema della pressione psicologica sugli atleti, analizzando i casi di giovani sportivi che, nonostante il talento, si sentono sopraffatti dalle aspettative e finiscono per abbandonare l’attività agonistica. È stato citato l’esempio delle Olimpiadi di Tokyo 2020, che a causa della pandemia si sono tenute nel 2021, durante le quali molti atleti hanno parlato apertamente delle difficoltà mentali affrontate sotto la spinta della competizione e delle aspettative sociali. Sto parlando ad esempio di Naomi Ōsaka e Simone Biles. Questo ha portato a una riflessione più ampia su come l’agonismo, quando non adeguatamente gestito, possa trasformarsi da motore di crescita a causa di frustrazione e alienazione”.


Per saperne di più:

LA GUERRA IN GIOCO (sondrioevangelica.it)

Cec Sondrio: proseguono le attività | Radio RBE

Qui il CALENDARIO.

Accanto a questi incontri, ogni terzo mercoledì del mese verranno affrontati i temi della vocazione della Chiesa, utilizzando metafore tratte dal Nuovo Testamento. Tra i temi trattati: la chiesa come fondamento, corpo, tempio, famiglia, e porta aperta. Qui la locandina dello Studio Biblico Circuitale 2024-2025.

Guarda la registrazione del primo incontro:

La guerra in giocattolo (youtube.com)