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Atti di pace, salaam, shalom

L'inno 201 da "Celebriamo il Risorto" (ed. Claudiana)

Montesilvano (PE), (NEV), 22 settembre 2024 – Pace, salaam, shalom. Un inno con queste parole è stato intonato nel corso di uno dei momenti liturgici che hanno accompagnato la 47^ Assemblea Generale dell’Unione cristiana evangelica Battista d’Italia (UCEBI), che si chiude oggi a Montesilvano. Salaam, shalom: sono le parole della riconciliazione, in arabo e in ebraico, in un intreccio che parte dalla comune radice linguistica.

E proprio sulla pace l’Assemblea ha approvato una mozione intitolata “Atti di Pace” in cui ha affrontato il tema della guerra come espressione del peccato umano e del fallimento politico mondiale. La guerra è vista come una degenerazione della civiltà e dell’intelligenza umana. L’Assemblea ha sottolineato il rischio che la crescente instabilità globale possa sfociare in conflitti ancora più vasti, con riferimento specifico al conflitto israelo-palestinese e alla guerra in Ucraina.

Riguardo al conflitto israelo-palestinese, l’Assemblea ha espresso angoscia per la strage di innocenti, citando l’attentato del 7 ottobre 2023 e il perdurante massacro di civili, soprattutto nella Striscia di Gaza. Inoltre, ha invitato alla preghiera e al sostegno di iniziative per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi,  fra cui il progetto “Fermiamo l’odio, aiutiamo i costruttori di pace” promosso dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) e dalla rivista Confronti.

In merito alla guerra tra Russia e Ucraina, pur riconoscendo la necessità di aiuti economici all’Ucraina, l’Assemblea ha dichiarato di rifiutare ogni sostegno militare offensivo, temendo un’escalation del conflitto. Quindi, ha richiamato tutti i paesi democratici a bandire la produzione e proliferazione di armi, specialmente quelle di distruzione di massa, proponendo di dirottare risorse verso la lotta contro la povertà e per l’assistenza sanitaria universale.

L’Assemblea, poi, ha incoraggiato le chiese e le organizzazioni internazionali a contribuire ad un piano di ricostruzione di strade, ponti, pozzi, case e ospedali, ma anche scuole, biblioteche, chiese, moschee e sinagoghe, imprese agricole e di sviluppo sociale, per aiutare le popolazioni colpite dalle guerre. E ancora, a prendere una posizione pubblica, coraggiosa e nonviolenta, a favore della giustizia e della pace, ritenendo questo impegno in linea con la difesa del Creato, ulteriormente devastato dai conflitti.

Quindi, riaffermando che la fonte di ispirazione dei credenti è Cristo, con i suoi profeti anche moderni come Martin Luther King, che ha lottato per i diritti civili, contro la guerra e la povertà, l’Assemblea ha esortato le chiese a continuare ad avere il coraggio di affermare “La forza di amare”, anche il nemico, nella mezzanotte dell’odio e della vendetta perché l’“Occhio per occhio fa il mondo cieco”. In linea con queste prese di posizione, l’Assemblea generale ha approvato all’unanimità la costituzione di un Centro Studi M.L. King, intitolato appunto al celebre pastore battista Nobel per la Pace, al fine di divulgarne la storia, i principi, i valori, il pensiero teologico e soprattutto per indicare nuove prassi di nonviolenza e azioni per i diritti civili e umani.

Infine, l’Assemblea ha dato mandato al Comitato Esecutivo di continuare l’impegno degli Ambasciatori di pace e di promuovere la collaborazione tra israeliani e palestinesi che cercano di superare la guerra attraverso l’ascolto reciproco e iniziative comuni.