Roma (NEV), 25 settembre 2024 – In occasione della 47^ Assemblea generale dell’Unione delle chiese evangeliche battiste in Italia (UCEBI) abbiamo avuto la possibilità di dialogare con la delegazione della Baptist Convention of Zimbabwe. Il gruppo sarà in Italia fino al 2 ottobre e, oltre alla tappa di Montesilvano che si è appena conclusa, visiterà le chiese di Napoli, Mottola, Cagliari, Genova, Torino, Milano e Pordenone. Il viaggio si chiuderà con un evento speciale. Il 30 settembre pomeriggio infatti, presso la Nuova Aula dei Gruppi Parlamentari a Roma, è previsto un convegno-concerto dal titolo “Insieme per Cambiare” per celebrare i 18 anni di amicizia e collaborazione Italia-Zimbabwe promossa dall’UCEBI. Introducono l’On. Raffaele Bruno e la pastora Antonella Scuderi, coordinatrice del progetto. Al tavolo, la delegazione dello Zimbabwe insieme alla pastora Anna Maffei.
La delegazione è composta dal pastore Chamunorwa Henry Chiromo della Emmanuel Baptist Church di Harare, dalla pastora Evelyn Gora, coordinatrice del programma di adozione a distanza, da Alice Chinaire e Nakirai Chakafa (rispettivamente braccio destro di Chiromo e coordinatore del programma di aiuti all’Ospedale Sanyati e agli ambulatori rurali) e dalla giovane Ruvarashe, una delle protagoniste dei progetti di scambio Zimbabwe-Italia.
Qui la sbobinatura dell’intervista audio (in inglese): Revised.
“Alcuni membri del team sono qui per la prima volta – ha detto Chiromo –. Sarà un periodo intenso e impegnativo, lontano dalle zone di comfort a noi familiari. Tuttavia, essere qui ci offre un’opportunità di introspezione, di guardarci dentro e riflettere su noi stessi. Abbiamo la possibilità di ricostruire il nostro legame con la comunità e di esplorare le relazioni tra le nostre chiese”. Chiromo ha parlato di “esperienza arricchente, sia a livello personale che interpersonale, grazie al confronto con molte persone”.
Dopo 18 anni di collaborazione e progetti con l’Unione, ha proseguito il capo-delegazione, “vedo delle opportunità per rafforzare ulteriormente le relazioni esistenti, soprattutto in aree come il programma di adozione a distanza. Attualmente abbiamo circa 200 bambini nel programma, ma ce ne sono più di 85 in lista d’attesa. Abbiamo bisogno di lavorare per migliorare l’efficienza del programma e poter includere più bambini, affrontando in modo concreto le sfide della povertà e della disuguaglianza. Un’altra priorità è l’istruzione: abbiamo già aiutato alcuni bambini e bambine a completare la scuola superiore e a entrare all’università. Il nostro obiettivo è sostenere i giovani fino a quando non diventano autosufficienti, supportando anche l’opportunità di lavoro. Vogliamo continuare a promuovere un’educazione che non si fermi ai 18 anni, ma che prosegua la loro formazione fino all’accesso alle professioni, e permetta ai ragazzi e alle ragazze una piena cittadinanza, attiva e indipendente, diventando protagonisti della loro vita e artefici del loro destino”.
Chakafa, parlando dell’ospedale Sanyati e delle cliniche – elementi chiave per il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione in Zimbabwe – ha detto: “Sono profondamente colpito dall’amore e dal supporto delle persone italiane, e dall’emozione di sentirle cantare canzoni nella nostra lingua (è accaduto nel corso di un momento di culto nel corso della 47ª Assemblea generale dell’UCEBI, ndr), un gesto che ha rafforzato il legame tra le due comunità”. Per lui, partecipare all’Assemblea è stata un’esperienza straordinaria, e si dice onorato e grato di rappresentare il proprio paese in questa occasione.
Le sfide in Zimbabwe
Chakafa ha quindi descritto una serie di sfide significative che la comunità zimbabwese sta affrontando, tra cui la crescita della popolazione, ora di oltre 16 milioni di persone. “Le difficoltà includono la crescente domanda di una vita e un’istruzione migliore, malattie, povertà, difficoltà di accesso all’acqua potabile sicura. La siccità rappresenta un altro problema grave, con anni di piogge insufficienti che hanno aggravato la situazione. A ciò si aggiunge il crescente numero di bambini che abbandonano la scuola, poiché molti genitori non riescono a pagare le tasse scolastiche”. Inoltre, ha detto Chakafa, servono ospedali, cliniche e cure per le malattie più complesse, ma anche alloggi adeguati per il personale ospedaliero.
“Vorremmo coinvolgere sempre più professionisti sanitari dall’Italia, per condurre iniziative di scambio, di consulenza e supporto nelle nostre comunità, magari con l’aiuto di università e istituzioni sanitarie locali ed estere – ha fatto eco Chiromo –. La collaborazione in ambito sanitario è fondamentale. Quanto all’acqua, bisogna costruire pozzi che permettano alle comunità di diventare più autonome dal punto di vista agricolo e alimentare”.
Impatto dei progetti in corso
I progetti in corso, come l’ospedale battista di Sanyati e il programma di adozione a distanza, hanno avuto un impatto positivo sulle comunità locali. Chakafa ha evidenziato come la fornitura di acqua pulita e la ristrutturazione delle strutture ospedaliere abbiano favorito la motivazione del personale medico e infermieristico. A questo si aggiunge il miglioramento dei trasporti, grazie alla disponibilità di ambulanze e carburante, e alla manutenzione delle strutture. “Questi interventi hanno permesso di trasferire i pazienti a livelli di assistenza successivi in modo più efficiente, garantendo loro le cure necessarie” ha dichiarato.
Crescita spirituale e testimonianza di fede
Alla fine dell’incontro la pastora Gora ha guidato in preghiera la delegazione, in lingua shona. Chiromo da parte sua ha detto: “in tutto questo, la crescita spirituale è centrale. La nostra fede in Gesù Cristo è il cuore di tutto ciò che facciamo, sia che si tratti di salute, educazione o sviluppo economico. Speriamo che la collaborazione con le chiese battiste italiane continui a essere basata sulla reciprocità, uno scambio di esperienze spirituali e culturali, che ci arricchisca entrambi. Abbiamo molto da donare gli uni agli altri”.