Roma (NEV), 30 settembre 2024 – Momenti critici in tutto il Medio Oriente e in Libano, dove negli ultimi giorni la situazione appare drammatica. Diversi operatori umanitari sono impegnati sul campo e fra loro alcuni del progetto Mediterranean Hope (MH) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). Il sud del Libano e le periferie meridionali di Beirut sono stati colpiti da raid aerei israeliani, causando un’ondata di sfollati improvvisati che hanno abbandonato le loro case in preda al terrore e senza una destinazione sicura.
Le testimonianze dirette di operatori e operatrici di MH parlano di un quadro desolante. Centinaia di famiglie si sono viste costrette a fuggire senza sapere dove andare. Molti hanno cercato rifugio lungo la Corniche di Beirut, un tempo frequentata per passeggiate o attività sportive. Ora, lo stesso luogo è diventato l’unico rifugio per chi non ha più una casa.
“Le persone dormono sull’asfalto”, raccontano gli operatori.
La mancanza di privacy e di beni essenziali è totale. Le parole degli operatori raccontano di persone malate, affette da malattie croniche come diabete o ipertensione, che non hanno più accesso ai farmaci. “La situazione è orribile. Centinaia di famiglie sono fuggite dalle loro case. Molti non ce l’hanno fatta. Ci sono migliaia di persone per strada, senza un posto dove ripararsi e fare fronte ai loro bisogni primari, e senza assistenza sanitaria. È straziante vedere queste persone soffrire, le loro vite devastate in una notte. Sono necessari urgenti aiuti umanitari”.
La situazione negli ospedali è altrettanto grave: le strutture mediche stanno dando priorità all’emergenza, ma al momento c’è un numero ridotto di pazienti rispetto alla gravità degli eventi, poiché molti degli abitanti delle zone colpite sono rimasti intrappolati sotto le macerie delle loro abitazioni distrutte.
C’è bisogno di tutto: cibo, medicinali essenziali, acqua, articoli per l’igiene, latte per neonati, pannolini e vestiti. La sofferenza di queste famiglie, che si trovano in condizioni di totale privazione, è sconvolgente.
Il progetto Mediterranean Hope rinnova l’appello per una risposta rapida e concreta da parte della comunità internazionale e rilancia la sottoscrizione urgente della FCEI “Fermiamo l’odio, aiutiamo i costruttori di pace”.