Premio Nobel agli Hibakusha: riconoscimento tardivo, ma fondamentale

Roma (NEV), 11 ottobre 2024 – Il conferimento del Premio Nobel per la Pace all’organizzazione antinucleare giapponese Nihon Hidankyo, che rappresenta la maggior parte degli Hibakusha, è una vittoria della memoria e della lotta per il disarmo nucleare. Gli Hibakusha sono i sopravvissuti e le sopravvissute ai bombardamenti atomici del 1945 (molti erano allora bambini e bambine, a Hiroshima e Nagasaki).  Organismi come Nihon Hidankyo testimoniano l’orrore delle bombe atomiche e lottano per un mondo senza armi nucleari. Questo riconoscimento arriva come tributo alla resilienza di queste persone che continuano a impegnarsi per la pace.

Nel 2009, una delegazione di Hibakusha visitò Roma nell’ambito del 67° viaggio della Peace Boat “Nave della Pace”. Si organizzò anche una Marcia per la Pace e la nonviolenza. L’incontro romano era promosso tra gli altri da Adista, Carta, CIPAX (Centro interconfessionale per la pace – sotto la presidenza del compianto Gianni Novelli), Comunità di base di San Paolo (all’epoca guidata da Giovanni Franzoni), dalla rivista Confronti (allora diretta da Gian Mario Gillio), dalla Fondazione Lelio Basso, dalla rivista Noi Donne e da Religions for Peace.

Il 10 ottobre 2009, dieci Hibakusha furono ricevuti in Campidoglio dai consiglieri Paolo Masini e Athos De Luca, nella Sala del Carroccio. Insieme a loro, anche lo stesso Gianni Novelli e la sottoscritta. Responsabile della visita in Italia era Lisa Clark, dell’associazione “Beati i costruttori di pace” e della Tavola della Pace.

Il viaggio degli Hibakusha collegava idealmente le lotte per la pace in diverse parti del mondo. Nonostante la sua rilevanza, la stampa nazionale dedicò ben poco all’evento, a parte la rivista Noi Donne e l’Osservatore Romano che dedicarono spazio e attenzione a questa testimonianza unica e vivente.

Gli Hibakusha rappresentano un simbolo dei nostri tempi. Il loro impegno per un mondo libero da armi nucleari è più di un monito e il Premio Nobel per la Pace rende loro una parziale giustizia. È un riconoscimento forse tardivo, ma fondamentale per tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica e della comunità internazionale – in un’epoca attraversata, come sappiamo, da profonde crisi e gravi conflitti – sull’urgenza della pace.

“A nome del CIPAX – ha dichiarato l’attuale presidente Cristina Mattiello –, desidero esprimere grande gioia per l’assegnazione del Premio Nobel per la Pace a Nihon Hidankyo. Questo riconoscimento non solo rende giustizia alla memoria degli Hibakusha, ma ribadisce l’importanza dell’impegno per il disarmo e la pace, valori che devono essere perseguiti a livello locale, nazionale e internazionale. Come CIPAX, siamo convinti che la costruzione della pace richieda un lavoro costante e condiviso, che cerchiamo nel nostro piccolo di concretizzare con il ‘cantiere di pace’ permanente, finché non tacciano le armi in tutto il mondo”.

Nihon Hidankyō

La Confederazione Giapponese delle Organizzazioni per le Vittime della Bomba A e H (日本原水爆被害者団体協議会, Nihon Gensuibaku Higaisha Dantai Kyōgi-kai), nota anche come Nihon Hidankyō (日本被団協), è stata fondata nel 1956 dagli Hibakusha. L’obiettivo principale dell’organizzazione è stato, sin dall’inizio, fare pressione sul governo giapponese per migliorare il sostegno alle vittime e condurre attività di lobbying a livello internazionale per l’abolizione delle armi nucleari.

Le sue iniziative comprendono la raccolta di migliaia di testimonianze, l’emissione di risoluzioni e appelli pubblici, e l’invio di delegazioni annuali presso organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite, al fine di promuovere il disarmo nucleare globale.

Il riconoscimento del Premio Nobel per la Pace 2024 giunge per i suoi incessanti sforzi nel perseguire un mondo libero da armi nucleari e per aver dimostrato, attraverso le testimonianze dei sopravvissuti, che tali armi non devono mai più essere utilizzate.


La “Peace Boat” (“Nave della pace”) è un’organizzazione non governativa (ONG) nata in Giappone ma di dimensione internazionale, attiva dal 1983 per promuovere la pace e la sostenibilità attraverso viaggi di pace a bordo di grandi navi per passeggeri. Ad aprile 2025 è previsto il suo 120° viaggio. A bordo vengono invitati testimoni di pace e, in questo caso, i testimoni diretti dei tragici effetti dei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki, per sollecitare il disarmo nucleare. Un primo viaggio degli Hibakusha si tenne alla fine del 2008, con la partecipazione di cento testimoni. Grazie al successo dell’iniziativa, il 67° viaggio della “Peace Boat” – partito dal Giappone alla fine di agosto 2009 – portò in viaggio dieci “Hibakusha”. Durante questa edizione si toccarono ventuno paesi, fra cui l’Italia – sbarcando a Civitavecchia per poi raggiungere la capitale. Nelle varie tappe vengono promossi incontri e dibattiti con organizzazioni locali, rappresentanti della società civile, scuole, esponenti politici e gruppi impegnati per la pace e il disarmo nucleare.


Elena Ribet