Roma (NEV), 8 novembre 2024 – Lunedì 11 novembre a Baku, in Azerbaigian, inizia la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. E’ la Conferenza delle parti sul clima, più comunemente nota come COP29, e si concluderà il 22 novembre 2024. Il summit globale sul clima raduna persone e organismi da tutto il mondo per cercare soluzioni alla crisi ambientale. Di anno in anno, tuttavia, le soluzioni e le azioni proposte a livello ufficiale sono accompagnate da critiche mosse dai movimenti dal basso, che spesso hanno lamentato troppa lentezza e scelte poco coraggiose da parte dei governi. Le COP rischiano così di apparire distaccate dalle reali esigenze dei popoli, lontane dalle comunità locali.
Anche quest’anno alla COP è prevista la presenza di delegazioni religiose, fra cui quella della Federazione luterana mondiale (FLM).
COP29: A faith perspective for climate justice | The Lutheran World Federation
Si arriva a questo appuntamento appena dopo la Conferenza delle parti sulla biodiversità, la sedicesima su questo tema (COP16). Quest’ultima si è tenuta in Colombia e ha visto un nuovo appello per la protezione degli ecosistemi. La Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) ha prodotto un commento che ne riassume i risultati.
Questa conferenza, osserva la GLAM, si è concentrata sull’attuazione del Global Biodiversity Framework, un accordo ONU per proteggere il 30% del pianeta e ripristinare il 30% degli ecosistemi degradati entro il 2030. Sono stati approvati tre documenti: uno per sostenere le popolazioni indigene e afrodiscendenti nella gestione della biodiversità, uno che istituisce il Fondo di Cali per responsabilizzare le aziende sull’uso dei dati genetici, e un altro per l’espansione delle Aree Marine di Importanza Ecologica. Tuttavia, non è stato raggiunto un consenso sul monitoraggio degli impegni nazionali e sulle strategie finanziarie, ostacolato da interessi economici. La GLAM ha dunque richiamato l’attenzione sull’importanza della salvaguardia del creato sotto la sovranità divina, come invito alle chiese a fare proprio questo mandato.
Quanto alla COP29 che sta per iniziare, il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), da parte sua, ha organizzato per il 10 novembre una giornata di preghiera per l’Armenia, dedicata alla pace, al sostegno dei rifugiati e alla liberazione degli ostaggi di guerra, proprio alla vigilia dell’apertura dei colloqui in Azerbaigian.
Dall’Italia, durante la COP29, la giovane attivista metodista Irene Abra raccoglierà i materiali della campagna giovanile mondiale ecumenica “Climate Yes“.
Il 5 e il 6 novembre scorsi, infine, un Vertice di leader religiosi per il clima ha riunito oltre 300 rappresentanti delle Nazioni Unite, funzionari, esperti e studiosi provenienti da diversi Paesi del mondo, per promuovere un’azione interreligiosa contro la crisi ambientale. Sul tema “Le religioni del mondo per un pianeta verde”, l’evento aveva come obiettivo la collaborazione tra religioni per affrontare i disastri ambientali e favorire la pace globale. Dall’Italia era presente anche l’imam Yahya Pallavicini (presidente di EULEMA, il Consiglio dei leader musulmani europei, e vicepresidente della COREIS, Comunità religiosa islamica italiana).
COP29 delle religioni a Baku: “Un appello unitario per il clima” | COREIS
I partecipanti hanno proposto fra l’altro di istituire un consiglio consultivo permanente di leader religiosi. Tra le sfide affrontate, il vertice ha discusso l’uso etico e sostenibile dell’intelligenza artificiale per l’ambiente, la giustizia ambientale e la cooperazione. Salta all’occhio la quasi totale assenza di donne rappresentate.
The Global Summit of Religious Leaders on the margins of COP29
Per saperne di più:
COP 16 commento Glam
Gli allegati:
ACT-WCC-LWFPublicStatementOnBiodiversityCOP16
ACT Alliance eWCC appello 30 ottobre
COP16 Vega un incontro trasformativo
COP16 a transformative encounter | World Council of Churches