Roma (NEV), 20 aprile 2011 – Quest’anno i cristiani di Oriente ed Occidente celebrano insieme la festa della Pasqua. I due calendari, rispettivamente quello giuliano e quello gregoriano, per cui la celebrazione pasquale può variare anche di 28 giorni, quest’anno coincidono: sia protestanti e cattolici che ortodossi celebreranno tutti la risurrezione di Cristo il 24 aprile. La felice congiunzione, che si riproporrà nel 2017 e poi nel 2025, è stata salutata da tutte le chiese.
Nel suo messaggio pasquale, il pastore norvegese Olav Fykse Tveit, segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), ha espresso gioia per la coincidenza augurandosi che “la celebrazione della Pasqua possa assumere un significato sempre più ecumenico”. Fautore di una Pasqua comune con un’unica data condivisa da tutti, Tveit ha caldeggiato per gli anni a venire un processo basato sulla fiducia e sulla mutua responsabilità tra cristiani di diverse tradizioni con lo scopo di arrivare ad un accordo, sulla base di quanto già avviato ad Aleppo in Siria. “Dal 1980 in poi – ricorda il segretario generale del CEC – un significativo lavoro è stato intrapreso a livello panortodosso per concordare una data comune”. Un lavoro ripreso nella riunione del 1997 ad Aleppo, in Siria. “In questo incontro, promosso congiuntamente dal CEC e dal Consiglio delle chiese del Medio Oriente (MECC), i leader religiosi hanno raggiunto un accordo per una proposta capace di far celebrare la Pasqua in un’unica data sia ai cristiani d’Oriente sia a quelli d’Occidente”. E intanto ha rinnovato il suo appello affinché i fedeli appartenenti a diverse tradizioni si invitino vicendevolmente a tavola nei cinquanta giorni successivi alla celebrazione della risurrezione di Cristo.
Un’altra coincidenza si aggiunge però a quella della Pasqua comune a tutti i cristiani: il 24 aprile è anche la Giornata di commemorazione del genocidio armeno. In un messaggio congiunto a firma di Tveit e di Viorel Ionita, segretario generale ad interim della Conferenza delle chiese europee (KEK), i due organismi ecumenici invitano le chiese membro a dedicare messaggi e preghiere pasquali al milione e mezzo di vittime del 1915. Un'”opportunità storica per fare memoria di tutte innocenti vittime del Genocidio armeno”, dicono i due leader religiosi.