Nigeria. Chiesa luterana crea una rete interreligiosa contro la tratta di esseri umani

Panti Musa Filibus, arcivescovo della Chiesa luterana di Cristo in Nigeria e presidente della Federazione luterana mondiale ha detto: "gli esseri umani non sono in vendita"

Foto ALCINET/Felix Samari

Roma (NEV), 5 agosto 2019 – La Chiesa luterana di Cristo in Nigeria (LCCN) ha inaugurato una rete interreligiosa nazionale per mitigare l’impatto della migrazione irregolare e della tratta di esseri umani nel paese.

Il dott. Panti Musa Filibus, arcivescovo della LCCN, ha lanciato la Rete del ritorno “Symbols of Hope” (SOH) in un simposio pubblico tenutosi il 31 luglio, nel corso degli eventi che hanno segnato la Giornata mondiale contro la tratta di persone. Ha fatto appello al governo, agli attori non governativi e ad altre agenzie di sviluppo affinché si unissero agli sforzi per creare posti di lavoro degni che diano la possibilità alle “nostre figlie e i nostri figli di perseguire i loro sogni”.

Rivolgendosi al simposio, Musa, che è anche presidente della Federazione luterana mondiale (FLM), ha osservato che LCCN e FLM hanno avviato il progetto SOH nel 2017 per aiutare a contrastare l’immigrazione irregolare all’interno e all’esterno del paese. Povertà estrema e conflitti interni sono citati come fattori chiave che aumentano la vulnerabilità alla tratta in Nigeria. Benin City città nigeriana, capitale dello stato di Edo, è considerata l’epicentro della migrazione irregolare e della tratta di esseri umani nel paese dell’Africa occidentale.

Tra i partecipanti all’evento c’erano pastori e lavoratori diaconali delle congregazioni della LCCN, rappresentanti di altri corpi cristiani e musulmani, funzionari delle unità di polizia e della tratta di esseri umani e organizzazioni della società civile.

Il programma SOH ha fornito supporto psicosociale ed economico a oltre 1.400 migranti che rientrano principalmente dalla Libia e dai paesi europei. Ciò include un gruppo di circa 270 donne e uomini che sono stati a loro volta formati come “ambasciatori di speranza SOH”, con l’obiettivo di sensibilizzare sui rischi di immigrazione all’estero in cerca di opportunità di lavoro. Durante l’incontro pubblico alcuni di lora hanno raccontato le loro esperienze di migrazione, mettendo in evidenza i rischi e i pericoli affrontati.

Musa ha ribadito l’impegno dell’Assemblea del 2017 della FLM secondo cui “gli esseri umani non sono in vendita”. Ha detto che gli sforzi concertati per smantellare le reti di tratta di esseri umani in Nigeria devono includere l’assistenza alle vittime e affrontare urgentemente i problemi che “spingono molte persone in schiavitù”.

Secondo il Global Slavery Index 2018, la Nigeria rimane un paese di transito e destinazione della tratta di esseri umani. È al 32° posto su 167, con oltre 1,3 milioni di persone classificate come persone che vivono in schiavitù. La maggior parte delle vittime sono giovani donne.

Per Musa, “non esiste una buona ragione per giustificare qualsiasi atto di tratta di esseri umani” e iniziative come SOH hanno dimostrato che è possibile affrontare questo fenomeno. Ha altresì ricordato che “la popolazione più vulnerabile e più a rischio è quella delle giovani donne”.

Il leader della chiesa luterana si riferiva alla pratica comune di tenere le ragazze delle aree rurali come domestiche nelle case urbane “senza dare loro la speranza per il futuro”. Musa ha affermato che tale sfruttamento “non ha posto nel nostro mondo” e ha chiesto che vengano ristabiliti i diritti fondamentali di libertà, dignità e giustizia per tutti gli esseri umani”.