Argentina. Miguez (FAIE): “lo spazio evangelico sui media deve essere plurale”

Un comunicato della Federazione delle chiese evangeliche in Argentina chiede che il governo garantisca uno spazio sui media per la pluralità di chiese, associazioni e movimenti che fanno parte della tradizione evangelica

Roma (NEV), 12 settembre 2019 – La Federazione delle chiese evangeliche in Argentina (FAIE), che rappresenta le chiese del protestantesimo “storico”, ha diffuso un comunicato stampa sul tema dello spazio dedicato agli evangelici all’interno della televisione pubblica. Il testo si riferisce alla notizia diffusa dai media nazionali e da una coalizione di chiese evangelicali, l’Alleanza cristiana delle chiese evangeliche della Repubblica argentina (ACIERA), in cui si fa riferimento a un programma delle “chiese evangeliche” sulla televisione pubblica: “Il magazine della Chiesa evangelica arriva sulla TV pubblica. Il programma settimanale mirerà a pubblicizzare l’essere e il fare della Chiesa evangelica in tutto il territorio nazionale”.

La FAIE con la sua dichiarazione punta a chiarire che il programma in questione è interamente prodotto da ACIERA e che le altre chiese evangeliche non hanno uno spazio proprio di espressione sulla televisione pubblica: “Il movimento evangelico è plurale, diversificato, e le diverse chiese evangeliche hanno, come tutte le confessioni religiose, diverse concezioni teologiche su molti punti. Per molto tempo le chiese evangeliche hanno chiesto ai media pubblici uno spazio simile a quello di altre confessioni e comunità religiose, chiedendo di contemplare e considerare la pluralità di chiese, associazioni e movimenti che fanno parte della tradizione evangelica. L’attuale decisione della televisione pubblica di concedere questo spazio a uno solo dei gruppi religiosi evangelici non soddisfa questa richiesta”.

Il pastore Nestor Miguez, presidente della FAIE, ha detto all’Agenzia NEV che, di fronte alla richiesta più volte avanzata dalla Federazione di avere uno spazio, la risposta dell’attuale governo è stata quella di una “decisione politica parziale” che nasce da “un’affinità politica e ideologica e dal fatto che alcuni pastori appartenenti ad ACIERA sono canditati della coalizione che si trova al governo, o affini alle loro posizioni”.

Miguez ha ricordato che la FAIE chiede che “uno spazio sui mezzi di comunicazione sia aperto alla totalità e pluralità del movimento evangelico, senza negare che ACIERA possa avere un suo luogo di espressione, ma riconoscendo anche a chiese che non fanno parte di questa aggregazione, che sono molte e hanno un radicamento storico importante in quanto a tradizione e presenza nel paese, un luogo di espressione pubblica”.

Una legge di stampo fortemente antimonopolistico era stata proposta e approvata durante i governi di Nestor Kirchner e Cristina Fernandez, ma è stata modificata con un decreto del governo di Mauricio Macri nel 2016. “È nell’ambito di questa modificazione che si innesta la discrezionalità della Segreteria di comunicazione della Nazione. Il servizio pubblico – ha concluso Miguez – che dovrebbe essere nelle mani dello stato è in realtà in mano al governo. La nostra richiesta come chiese evangeliche si è inserita in questo spazio, ma la risposta del segretario della comunicazione è stato di concedere lo spazio ad ACIERA”.

Leggi qui il comunicato integrale della FAIE.