Stati Uniti. La Chiesa unita di Cristo chiede politiche umanitarie sull’immigrazione

Ventidue pastori della Chiesa unita di Cristo incontreranno a Washington membri del Congresso per chiedere un’inversione di rotta sulle politiche migratorie

Roma (NEV), 25 settembre 2019 – Ventidue pastori della Chiesa unita di Cristo (UCC) si trovano a Washington DC per un’azione collettiva sull’immigrazione. I leader regionali, mobilitati intenzionalmente come Consiglio dei Ministri della Conferenza (CCM) della UCC, uniranno le loro voci per dialogare direttamente con i membri del Congresso e terranno dei discorsi davanti al Campidoglio degli Stati Uniti.

“Il fenomeno migratorio è una questione critica in questo momento della storia della nostra nazione e ha profonde implicazioni morali – ha detto il pastore Shari Prestemon, uno degli organizzatori -. È una questione sulla quale i nostri testi sacri hanno molto da dire, e quindi noi come Chiesa dobbiamo mostrare coraggio, scendere in campo e parlare chiaramente con una sola voce”.

Il gruppo di 22 pastori, che si è riunito durante l’estate, vuole chiedere al Congresso di interrompere il finanziamento alle politiche che separano le famiglie. I pastori si divideranno per visitare senatori e rappresentanti degli stati in cui operano con l’obiettivo di incoraggiarli ad adottare politiche per accogliere immigrati, richiedenti asilo e rifugiati, e ad investire in alternative comunitarie alla detenzione sulla frontiera.

Per far conoscere la loro posizione su questa tema, i pastori dell’UCC si rivolgeranno ai fratelli e alle sorelle immigrati e laveranno cerimoniosamente i piedi di alcuni leader migranti fuori dal Campidoglio nella giornata di mercoledì 25 settembre. Il lavaggio dei piedi, come praticato da Gesù nel Vangelo di Giovanni, simboleggerà la necessità che il Congresso approvi politiche a servizio, protezione e accoglienza delle comunità vulnerabili. Gli immigrati che prenderanno parte alla cerimonia sono persone colpite dalle disumane politiche migratorie dell’amministrazione.

“Parliamo di giustizia per gli immigrati, siamo contro la violazione della dignità umana e l’inferno del rapimento di bambini dai loro genitori”, ha detto il pastore Justo González, molto conosciuto in quanto sostenitore di lunga data di politiche di immigrazione più umane. “La separazione forzata, in gabbia, delle famiglie non è americana e non sarà tollerata. I nostri bambini contano. Non sono animali da rinchiudere in gabbie” ha concluso.