Italia capofila per l’organizzazione di corridoi umanitari europei

Oggi a Montecitorio la conferenza stampa di presentazione del progetto dei corridoi umanitari europei, con la vice ministra degli Esteri Emanuela Del Re, Giuseppe Brescia, presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera, Torsten Moritz, segretario generale delle Commissione delle chiese per i migranti in Europa (CCME) e i rappresentanti della FCEI.

Roma (NEV), 8 ottobre 2019 – I corridoi umanitari italiani fanno scuola in Europa. Ieri e oggi, 7 e 8 ottobre, rappresentanti delle chiese protestanti da 15 Paesi dell’UE si sono riuniti a Roma per confrontarsi su questa “buona pratica”. Oggi, al termine della due giorni, una conferenza stampa alla Camera dei Deputati con la vice ministra agli Affari esteri e Cooperazione Emanuela Del Re e il presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera, Giuseppe Brescia.

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Obiettivo della FCEI è quello di avviare un canale di accesso legale, cioè un corridoio umanitario a livello europeo, condiviso da più Stati membri, per trasferire in Ue 50mila persone vulnerabili dalla Libia.

Presente all’incontro con la stampa anche Torsten Moritz,segretario generale delle Commissione delle chiese per i migranti in Europa (CCME), che ha confermato l’impegno in favore dei corridoi umanitari da parte di questa organizzazione-ombrello, che riunisce gli organismi che si occupano di migranti, di varie chiese ed associazioni anglicane, protestanti e ortodosse europee.

Qui il video integrale della conferenza stampa alla Camera dei Deputati:

 

L’apertura di corridoi umanitari europei che, sulla base dell’esperienza realizzata in Italia dal 2015, apra una via sicura e legale di accesso in Europa alle decine di migliaia di profughi intrappolati in Libia e nei Paesi limitrofi: questa la proposta e la richiesta che le chiese protestanti d’Europa hanno rivolto  al governo italiano, ai partner europei e alle istituzioni comunitarie in occasione della Conferenza internazionale ” svoltasi a Roma il 7 e l’8 ottobre 2019.

All’incontro, convocato dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia che gestisce il programma per i rifugiati e migranti denominato Mediterranean Hope, hanno partecipato rappresentanti di 15 paesi, appartenenti a 25 chiese ed organismi ecumenici europei e internazionali: “E’ stata una eccezionale occasione d’incontro che ha reso evidente come le chiese europee siano impegnate in innumerevoli progetti a sostegno delle politiche d’accoglienza e dei diritti umani dei migranti  – ha dichiarato Luca Maria Negro, presidente della FCEI  – e che ha lanciato una proposta politica sostenibile e sperimentata quale quella dei corridoi umanitari da realizzarsi, però, in scala europea. Come è naturale – ha aggiunto Negro – l’Italia è tra i paesi UE più esposti ai flussi migratori ed è giusto e comprensibile che, anche a livello politico, assuma una leadership nella ricerca di soluzioni che garantiscano, allo stesse tempo, sicurezza, sostenibilità e tutela dei diritti umani”.

“Abbiamo colto l’occasione di questo convegno – ha spiegato Paolo Naso, coordinatore di Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della Fcei – per rivolgerci direttamente alle istituzioni politiche presentando loro le linee guida di una proposta già definita nei suoi contenuti generali ma da precisare nei suoi aspetti tecnici. Sotto questo profilo gli incontri con la Viceministra Emanuela Del Re, da sempre attenta al tema, sono stati di grande importanza perché ci hanno consentito di entrare nel merito di alcune questione tecniche – prosegue Naso – che ci consentono di rafforzare la nostra proposta. – Allo stesso modo abbiamo preso volentieri atto del sostegno espresso dai presidenti delle Commissioni affari costituzionali e Politiche dell’Unione europea della Camera dei deputati, gli on. Giuseppe Brescia e Sergio Battelli. La prossima tappa il 10 dicembre a Bruxelles – conclude Naso – per presentare la proposta tecnica definitiva, arricchita anche da commenti e rilievi dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) alla Presidenza del Parlamento europeo e alla Commissione”.

“Ma il nostro impegno non è solo di natura politica – ha aggiunto Luca Maria Negro – ma anche educativa e, se vogliamo, pastorale. Come chiese abbiamo il compito di smuovere l’opinione pubblica e ri-orientare sentimenti e paure dalla xenofobia a quella che la bibbia chiama, invece, filoxenia, l’amicizia per lo straniero che è anche il nostro prossimo”.