Brasile. L’IPU si pronuncia sulla situazione del paese

Un Manifesto per riflettere su quanto sta accadendo nel paese latinoamericano

Roma (NEV), 17 ottobre 2019 – I pastori della Chiesa presbiteriana unita del Brasile (IPU) hanno pubblicato un Manifesto sulla situazione che il Brasile sta attraversando in questo momento, sotto il governo di Bolsonaro.

“Noi, ministri della Parola e del Sacramento della Chiesa presbiteriana unita del Brasile, ci pronunciamo contro l’utilizzo della religione per camuffare l’odio e i pregiudizi sul colore della pelle, il genere, l’ideologia”, si legge nel testo.

“Come pastori dell’IPU, sentiamo la necessità di una profonda riflessione su ciò che accade nel nostro paese, sulla vita quotidiana che viviamo come cittadini del Brasile e del regno di Dio”, dicono i firmatari.

Il Manifesto elenca una serie di situazioni che si sono verificate nel corso dell’ultimo anno in Brasile: criminalizzazione della povertà e persecuzione politica; vilipendio delle vittime della dittatura; violenza contro leader indigeni e lavoratori rurali; utilizzo politico della religione; declassamento dell’istruzione pubblica gratuita; incendi permanenti in Amazzonia; crescita dei femminicidi e atteggiamento “anti-femminista, sessista e misogino dell’attuale presidente della Repubblica e che ha segnato la sua intera carriera pubblica”.

“L’IPU  – dicono i firmatari – è testimone e protagonista del doloroso processo di ricostruzione della democrazia e della società civile nel nostro paese, iniziato quarant’anni fa e ancora oggi incompiuto. Esercitiamo il diritto di non tacere di fronte a battute d’arresto che indicano la perdita di diritti e la barbarie istituzionalizzata come politica statale”, concludono.

 

La formazione della Chiesa presbiteriana unita del Brasile risale al periodo della dittatura militare (1964-1984) in Brasile, quando alcuni pastori, chiese e persino presbiteri, furono perseguitati per essere critici nei confronti del regime e per la partecipazione a gruppi e movimenti ecumenici dedicati alla ricerca della giustizia sociale. Espulsi dalle chiese di appartenenza, queste comunità e pastori vissero un doloroso periodo di isolamento e dispersione fino al 1978 quando fondarono la Federazione Nazionale delle Chiese presbiteriane che, dal 1983 in poi, fu chiamata Chiesa presbiteriana unita del Brasile (IPU).

Tutte le congregazioni dell’IPU tengono insieme la predicazione, l’insegnamento della parola di Dio e la promozione di programmi sociali. I partenariati con i servizi ecumenici e le chiese sorelle sono stati strumenti importanti per la fattibilità di questi progetti. L’IPU è stata la prima chiesa presbiteriana in Brasile a ordinare donne alla direzione del diaconato, del presbiterio e della cura pastorale.

L’IPU fa parte del Consiglio nazionale delle Chiese cristiane del Brasile, del Consiglio ecumenico delle Chiese e della Comunione mondiale della Chiesa riformata.