L’annus horribilis per i migranti. Il dossier statistico immigrazione 2019 Idos-Confronti

Presentazioni in tutta Italia per la ventinovesima edizione del Dossier statistico immigrazione, realizzato dal Centro studi Idos con il Centro studi e Rivista Confronti e il sostegno dei fondi Otto per mille della Chiesa Valdese - Unione delle chiese metodiste e valdesi. Numeri che svelano molte fake news sul fenomeno migratorio, a partire da un'"invasione" che non c'è mai stata...

Roma (NEV), 24 ottobre 2019 – I migranti in Italia diminuiscono. Da almeno sei anni la popolazione straniera non è in espansione. E’ questo solo uno dei tantissimi dati contenuti dal Dossier statistico immigrazione 2019, realizzato come ogni anno – questa è la 29esima edizione – dal centro studi e ricerche Idos in partenariato con il Centro studi e rivista Confronti, cofinanziato dall’Otto per mille della Chiesa Valdese – Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi.

Oggi, 24 ottobre, la pubblicazione è stata presentata contemporaneamente in tutta Italia, con eventi in tutti i capoluoghi, da Nord a Sud, ai quali hanno partecipato tante scuole, attivisti, esponenti politici, giornalisti e cittadini interessati ai temi delle migrazioni.

Qui la scheda di sintesi del testo

A Milano, presente all’evento anche Paolo Naso, coordinatore di Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della Fcei: “E’ importante ricostruire la verità sull’immigrazione – ha spiegato – che in Italia costituisce una risorsa per il sistema Paese. I dati confermano una stabilizzazione di poco più di cinque milioni di persone, sostanzialmente sempre più inserite sotto il profilo lavorativo, sociale e culturale. Non c’è nessuna invasione e nessun aumento geometrico dell’immigrazione ma solo una crescita fisiologica e contenuta di presenze straniere. Il problema è che, a fronte di tante buone pratiche, in Italia manca un progetto di integrazione che coinvolta italiani e immigrati. Ma mille esperienze pur virtuose, non delineano un progetto per il paese.
Usciti dall tunnel della speculazione politica sull,immigrazione dobbiamo ricostruire un interpretazione razionale e realistica del fenomeno. E a questo scopo, il dossier che abbiamo presentato oggi è uno strumento prezioso e da valorizzare”.

L’incontro di lancio del dossier nella capitale, moderato da Maria Paola Nanni di Idos e Stefania Sarallo di Confronti si è aperto con il video che riassume i contenuti del Dossier statistico, realizzato da Vibes-Radio Beckwith.

“Nell’anno trascorso – ha dichiarato Luca Di Sciullo, presidente Idos – c’è stato il tentativo di portare la nostra società a fasi storiche passate, abbiamo visto realizzarsi un’eclissi del senso dell’umano, dinanzi a quella che è stata chiamata la crisi dei migranti, che a essere onesti dovremmo chiamare crisi dell’Europa”. Serve allora “riabilitare il principio della fratellanza umana, al di là della retorica, perchè abbiamo, immigrati e italiani, comuni bisogni e fragilità. Allo scontro tradizionale tra poveri e ricchi abbiamo sostituito una guerra tra poveri e impoveriti: non facciamo quest’errore, sarebbe il più grande favore a un potere inetto che vuole conservare il proprio status”.

Per i responsabili del dossier il 2018 è stato un “annus horribilis” per l’immigrazione, principalmente a causa dei due decreti sicurezza. Nel frattempo, come già detto, i numeri non parlano di un’invasione, anzi.

Parlano di 68.845 arrivi in Europa attraverso il Mediterraneo, dal 1^ gennaio al 1^ ottobre 2019 e di 1314 morti e dispersi nella rotta centrale: una drastica riduzione degli arrivi via mare alla quale si aggiunge la sostanziale chiusura, come si legge nella scheda di sintesi del dossier, dei canali regolari di ingresso. Intanto, mentre i residenti stranieri in tutta Europa sono 39,9 milioni, in Italia sono 5.255.503, l’8,7 per cento della popolazione residente (2018). 2.445.000 i sono gli occupati stranieri in Italia, il 10,6 per cento del totale degli occupati, e 602.180 le imprese condotte da stranieri in Italia, il 9,9 per cento delle imprese.

 

Luciano Manicardi, priore della Comunità di Bose, intervenuto stamane a Roma, ha focalizzato poi l’attenzione su “la parola, il volto dell’altro e la memoria” come “tre elementi per ricostruire un’umanità degna di questo nome”, di fronte a quella che Ernst Bloch negli anni Trenta, a proposito del consenso di massa al nazismo, chiamava “la metamorfosi in demoni di gente comune”. E contro questo odio “Dobbiamo riconoscere in noi l’alterità, lo straniero ci aiuta a restituirci a noi stessi, è una rivelazione che dice qualcosa di “noi”.

Una metamorfosi che è basata spesso su luoghi comuni, quei “luoghi comuni spesso slegati dalla realtà dei fatti, contro i quali”, come ha dichiarato Elly Schlein, già parlamentare europea, “il dossier statistico è come una bibbia laica, una fonte essenziale per costruire politiche migliori, mentre spesso le politiche sono state frutto della propaganda”. Politiche come la legge Bossi- Fini, “una legge criminogena, che va cambiata” perchè ha costruito “irregolarità e caos” e i decreti sicurezza, che “vanno cancellati”, e infine occorre riformare la legge per ottenere la cittadinanza italiana.

Takoua Ben Mohamed, graphic journalist, “tunisina di Roma”, usa il fumetto per raccontare le sue “battaglie quotidiane e l’immaginario sulle donne musulmane, costruito dall’informazione mainstream, che non mi rappresenta per niente”. L’autrice ha raccontato anche la storia della sua famiglia, una storia che ha disegnato anche nei suoi libri “La rivoluzione dei gelsomini” e “Sotto il velo” (editi Becco Giallo), della sua vita in Italia, della costruzione dell’identità, da “musulmana che porta il velo” e che ha incontrato anche un’”umanità che viene prima dell’ideologia”.

“Fugare le percezioni sbagliate – ha concluso Alessandra Trotta, moderatora della Tavola valdese – è un obiettivo che il dossier persegue e realizza. Percezione errata di cui anche noi, evangelici, siamo stati vittima: ci “accusano” di occuparci solo di migranti. Una percezione alla quale noi resistiamo fortemente: non dobbiamo mai mettere in competizione i diritti, perchè devono essere tutti tutelati. E fra le pieghe di questo dossier c’è un fenomeno che mi preoccupa molto, a fronte del taglio dei progetti di accoglienza ed integrazione, ovvero la mutata percezione da parte dei migranti della possibilità di vivere nel nostro Paese, una perdita di fiducia che comincia a realizzarsi. Ma c’è anche un’altra Italia, che crede nell’inclusione e nel pluralismo, che vorremmo diventasse più visibile, attraverso il dialogo paziente con chi la pensa diversamente”.

[BB]