Raid Usa, la preoccupazione del Consiglio ecumenico delle chiese

Il segretario generale del CEC, pastore Olav Fykse Tveit, dopo l'uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani, oggi, a Baghdad: "Conseguenze incalcolabili per la popolazione di tutto il Medio Oriente"

President Donald J. Trump signs an EO on Iran Sanctions in the Green Room at Trump National Golf Club Sunday, August 5, 2018, in Bedminster Township, New Jersey. (Official White House Photo by Shealah Craighead)

Roma (NEV), 3 gennaio 2020 – Il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), in inglese World Council of Churches (WCC), auspica che si metta subito un freno all’escalation di queste ultime ore nel conflitto tra Usa e Iran, dopo l’uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani, a Baghdad, ordinata dal presidente americano Donald Trump.

Olav Fykse Tveit (foto CEC)

Il Consiglio si è detto, in un comunicato stampa diffuso oggi, “profondamente preoccupato per le possibili conseguenze per la regione del Medio Oriente”.

“Il generale Soleimani non è stato vittima innocente della guerra, essendo stato l’architetto e il promotore della violenza armata in molte parti della regione, ma questo attacco e le reazioni che potrebbe scatenare minacciano un conflitto ancora più ampio e disastroso nella regione”, ha osservato il segretario generale del CEC, pastore Olav Fykse Tveit. “Per quanto destabilizzanti siano state le attività del generale Soleimani, le conseguenze di questo conflitto ancora più intenso alla luce di quanto accaduto oggi, sono, per la popolazione di tutto il Medio Oriente, incalcolabili”.

Tveit ha fatto infine appello a tutte le parti in causa affinché “si astengano da un’ulteriore escalation e diano priorità al benessere di tutte le persone della regione e al loro diritto alla pace e alla stabilità, dopo tanti anni di violenza e spargimenti di sangue”.