Servizio Cristiano entra in possesso di un bene sequestrato alla mafia

Roma (NEV/Riforma.it), 16 gennaio 2020 – Gianluca Fiusco, direttore del Servizio Cristiano di Riesi, in provincia di Caltanissetta, apre la porta del bene immobile sequestrato a un boss mafioso, in carcere all’ergastolo per strage e omicidio. Con questa immagine si apre l’articolo di Claudio Geymonat su Riforma.it, dove si racconta dell’opera diaconale valdese, creata nel 1961 da un’idea visionaria del pastore Tullio Vinay e divenuta nel tempo un punto di riferimento educativo (scuola dell’infanzia e elementare), sociale e riabilitativo (con un nuovo centro diagnostico) e lavorativo (commercializzazione di prodotti biologici del territorio).

“Questa sfida nasce nel 2018 – racconta Fiusco, da 12 anni alla guida del Servizio Cristiano – quando abbiamo scelto di partecipare al bando indetto dal municipio di Riesi per l’assegnazione dell’immobile sequestrato al boss locale, prima volta che ciò accade nel nostro Comune. Siamo risultati idonei e vincitori. Bene perché abbiamo risposto a tutti i requisiti richiesti, ma male perché eravamo gli unici partecipanti. Segnale che descrive meglio di tante parole la retorica dell’antimafia in queste zone, dove vi è una apparentemente forte contrapposizione a Cosa Nostra, ma dove la realtà mostra che sono pochi a fare sul serio”.

Il progetto di riutilizzo del bene, una casa di tre piani in condizioni di degrado, prevede un infopoint, un informagiovani e un luogo di coworking. Tutte attività pensate per le nuove generazioni perché, insiste il direttore Fiusco, “la vera sfida è tentare di arginare lo svuotamento di queste terre. L’impressione è che vi sia scarsa comprensione politica, a qualsiasi livello, delle urgenti problematicità che abbiamo davanti a noi. Un territorio vuoto diventa preda dei barbari, dei senza legge, e il nostro tentativo è di creare delle opportunità, con i nostri limiti e i nostri mezzi limitati, ma con l’aiuto di tantissime persone che hanno compreso il prezzo in gioco e ci vengono ad aiutare o fisicamente, o tramite donazioni, affinché le nostre speranze possano provare a divenire concrete”.

Prima però c’è da rendere l’abitazione fruibile: “Dopo vari contatti con architetti, docenti, istituzioni e con il Politecnico di Torino, soggetti che hanno mostrato grande interesse al progetto, saranno proprio studenti e docenti a realizzare l’estate prossima, durante una summer school, la ristrutturazione del piano terreno, che non vogliamo trasformare in un mausoleo, ma in un luogo vivo, un punto di richiamo, di aggregazione, di condivisione sociale e lavorativa”.

Leggi l’articolo integrale su Riforma.it