Dal Libano prossimi arrivi a Fiumicino il 24 e 25 ottobre

Forniti di visto umanitario da Beirut in arrivo in modo sicuro e legale altri 128 profughi siriani

Roma, 29/02/2016: Sono 93 i rifugiati siriani arrivati all'aereoporto di Fiumicino con un regolare volo di linea Beirut- Roma, organizzato nell’ambito dell’iniziativa dei corridoi umanitari di Sant’Egidio, Tavola valdese e Chiese evangeliche. In tutto 24 famiglie, tra cui 41 bambini. Arrivano da Homs, Aleppo, Hama, Damasco e Tartous: la maggior parte sono musulmani, ma ci sono anche alcuni cristiani. Hanno tutti vissuto, in media, per tre anni in Libano, in piccoli campi spontanei, come quello di Tel Abbas, nel nord del paese, a pochi chilometri dalla Siria, o in altri alloggi di fortuna - 93 are the Syrian refugees arrived this morning at Fiumicino Airport with a regular flight of Beirut- line Rome, organized under the initiative of Sant'Egidio humanitarian corridors, Waldensian Board and Evangelical Churches. Around 24 families, including 41 children. They come from Homs, Aleppo, Hama, Damascus and Tartous: most are Muslims, but there are also some Christians. All have experienced, on average, for three years in Lebanon, in small spontaneous camps, like the one in Tel Abbas, in the north of the country, a few kilometers from Syria, or other makeshift accommodation.

Roma (NEV), 19 ottobre 2016 – I prossimi gruppi di profughi siriani in arrivo a Fiumicino sono attesi lunedì e martedì, 24 e 25 ottobre: giungeranno in Italia in modo legale e sicuro con in tasca un visto umanitario rilasciato dall’ambasciata italiana di Beirut. Salgono così a 400, tra cui numerosi bambini, i beneficiari del progetto-pilota dei “corridoi umanitari” promosso dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), Tavola valdese e Comunità di Sant’Egidio.
Come accade ormai già da dicembre dell’anno scorso, il team ecumenico in Libano ha svolto in diversi campi profughi numerosi colloqui con soggetti particolarmente vulnerabili (vittime di persecuzioni, famiglie con bambini, donne sole, minori non accompagnati, anziani, malati, persone con disabilità), avviando, per chi lo desidera, le pratiche con le autorità competenti. Una volta in Italia, i profughi – che avanzeranno tutti la richiesta di asilo – saranno ospitati dai promotori del progetto e dai loro partner in appartamenti e strutture di accoglienza dislocati su tutta la penisola secondo il modello dell’”accoglienza diffusa”.
Tra i partner della FCEI figura la Diaconia valdese che anche stavolta mette a disposizione le proprie strutture. 12 nuclei famigliari provenienti da Homs, Damasco, Aleppo o Latakia, saranno accolti a Luserna San Giovanni (TO), Torino, Padova e Reggello (FI).
Ormai non è più un esperimento, ma una realtà concreta che consente a persone in fuga dalla guerra e in “condizioni di vulnerabilità” di arrivare in Italia senza rischiare la propria vita nel Mediterraneo, e senza alimentare il micidiale business degli scafisti.
Il progetto – reso possibile grazie ad un accordo tra governo italiano (ministeri degli Esteri e dell’Interno – prevede l’arrivo di un migliaio di persone in due anni, non solo dal Libano, ma anche dal Marocco e dall’Etiopia. Si tratta di un modello replicabile di accoglienza e integrazione, tanto che ormai si sta studiando la sua realizzazione anche in altri Paesi europei. In una recente intervista rilasciata a “Protestantesimo-Raidue” il ministro Paolo Gentiloni ha ipotizzato la possibilità di aumentare la quota di 1000 visti fin qui prefissa.
Per rivedere il servizio con le interviste al ministro Gentiloni, a Paolo Naso (FCEI) e a Daniela Pompei (Sant’Egidio) clicca qui.