Calabria, MH e la società civile: trasferire subito i braccianti

Il programma migranti e rifugiati della FCEI, presente a Rosarno dallo scorso settembre, chiede alla Regione di usare alberghi, immobili confiscati alle mafie, case sfitte, CAS (centri di accoglienza straordinaria) per ospitare in condizioni di sicurezza i migranti che lavorano nella Piana di Gioia Tauro

Roma (NEV), 24 marzo 2020 – Il 21 marzo le organizzazioni della società civile impegnate nella tutela dei diritti e della salute dei braccianti stranieri della Piana di Gioia Tauro hanno inviato alla Regione Calabria una lettera con alcune proposte concrete per la prevenzione e il contenimento del Coronavirus all’interno degli insediamenti precari. I firmatari – Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della FCEI, MEDU – Medici per i diritti umani, Sanità di Frontiera, Csc Nuvola rossa, Comitato solidarietà migranti e SOS Rosarno – hanno chiesto in particolare di predisporre soluzioni abitative idonee al contrasto alla diffusione del Covid19.
Dove? Negli alberghi, negli immobili confiscati alle mafie in condizione di immediata abitabilità, nelle case sfitte, presenti in tutto il territorio calabrese, nei CAS (centri di accoglienza straordinaria) che sia possibile adibire a questo scopo.
Tutte le operazioni, secondo i promotori della richiesta alla Regione Calabria, andrebbero svolte in osservanza di quanto stabilito dal Governo per limitare al massimo la diffusione del virus e in conformità con quanto stabilito sia dai decreti, che dai provvedimenti locali.

Qui il testo integrale della lettera inviata alle autorità regionali calabresi, con le proposte operative a tutela della salute dei braccianti e dell’intera collettività.