Nagorno-Karabakh, grave tensione sul confine tra Azerbaigian e Armenia

Il Consiglio ecumenico delle chiese chiede un'urgente riduzione degli scontri al confine tra Azerbaigian e Armenia

Foto di Peter Williams/CEC, 2001.

Roma (NEV), 17 luglio 2020 – Il segretario generale ad interim del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), Ioan Sauca, ha chiesto un’urgente cessate il fuoco in relazione agli scontri al confine tra Azerbaigian e Armenia, che dal 12 luglio sono costati la vita ad almeno 16 persone e hanno portato alla destabilizzazione e all’aumento delle possibilità di un conflitto più ampio.

“Il CEC è profondamente preoccupato dalle notizie secondo cui scambi di artiglieria hanno messo in pericolo i civili e le infrastrutture essenziali, tra cui una fabbrica nella regione di Tavush in Armenia essenziale per l’equipaggiamento di protezione personale nella lotta al COVID-19”, ha detto Sauca. “In particolare nel contesto della nuova pandemia di coronavirus, che ha colpito duramente sia l’Azerbaigian che l’Armenia, il CEC invita entrambe le parti a rispettare il cessate il fuoco globale richiesto dal Segretario generale dell’ONU Antonio Guterres per consentire il dispiegamento di tutte le risorse necessarie nella lotta contro il virus”.

Sauca ha espresso il rammarico del CEC dovuto al fatto che “mentre l’Armenia ha espresso il suo impegno per il cessate il fuoco globale, l’Azerbaigian non abbia fatto lo stesso”.

Gli ultimi combattimenti rappresentano una nuova escalation di una decennale disputa territoriale tra Azerbaigian e Armenia sulla regione del Nagorno-Karabakh. 

L’Armenia, a prevalenza cristiana, e l’Azerbaijan, a larga maggioranza islamica, prevalentemente sciita, entrambe ex repubbliche socialiste sovietiche, durante lo smantellamento delle strutture istituzionali e amministrative dell’URSS e la crisi economica e politica che ne conseguì, hanno visto l’esplosione di conflitti e rivendicazioni etno-politici. 

Nasce così la controversia sul Nagorno-Karabakh, un’enclave armena in territorio azero, che in epoca sovietica era una provincia autonoma, e che è stata riconosciuta parte dell’Azerbaijan nel 1991, ma controllata dagli armeni; sebbene faccia parte del territorio dell’Azerbaijan, infatti, in Nagorno- Karabakh la maggioranza della popolazione locale è armena.

L’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) ha cercato a lungo di mediare una soluzione del conflitto, con il “Gruppo di Minsk” dell’OSCE.

“Il CEC chiede un rinnovato impegno negli sforzi diplomatici per trovare una soluzione a questo problema e per rimuovere alla radice le cause di questo conflitto”, ha detto Sauca.

Leggi la dichiarazione del CEC.