Roma (NEV), 23 luglio 2020 – Proprio mentre è in corso la prima preghiera nella appena trasformata moschea di Santa Sofia, il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) ha nuovamente messo in evidenza sulla home page del proprio sito la lettera che Ioan Sauca, segretario generale ad interim, ha inviato l’11 luglio al presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan esprimendo “dolore e sgomento” da parte dei membri del CEC per la sua decisione di convertire Santa Sofia in moschea.
Dal 1934 “Santa Sofia è stata un luogo di apertura, incontro e ispirazione per persone di tutte le nazioni e religioni” si legge nella lettera, che aggiunge anche che è stata una “potente espressione dell'”impegno della Turchia per la la laicità e l’inclusione e del suo desiderio di lasciarsi alle spalle i conflitti del passato”.
Sauca scrive: “Sono obbligato a trasmettervi il dolore e lo sgomento del Consiglio ecumenico delle chiese, e delle sue 350 chiese membro in più di 110 paesi, che rappresentano più di mezzo miliardo di cristiani in tutto il mondo, per il passo che avete appena compiuto: decidendo di riconvertire Santa Sofia in moschea avete invertito quel segno positivo dell’apertura della Turchia e l’avete trasformata in un segno di esclusione e divisione”.
“Nel corso degli anni – ha proseguito Sauca -, il CEC ha fatto grandi sforzi per sostenere l’impegno attivo delle sue chiese nel dialogo interreligioso, al fine di costruire ponti di rispetto reciproco… tra le diverse comunità religiose (…) e si è pronunciato in difesa e a sostegno delle altre comunità religiose, comprese quelle musulmane, affinché i loro diritti e la loro integrità siano rispettati”.
Riconvertire un “luogo emblematico” come Santa Sofia da museo a moschea “creerà inevitabilmente incertezze, sospetti e diffidenza, minando tutti i nostri sforzi per riunire persone di diverse fedi al tavolo del dialogo e della cooperazione”.
Il CEC teme inoltre che la decisione “incoraggerà le ambizioni di altri gruppi che cercano di rovesciare lo status quo esistente e di promuovere nuove divisioni tra le comunità religiose”.
QUI la lettera completa.