Lampedusa, “Attivare reti di accoglienza immediata. Aprire canali legali UE”

"Ribadiamo che l'unica strategia di contrasto alle migrazioni "irregolari" è quella di aprire canali legali, sicuri e gestiti a livello europeo. Nel frattempo la nostra massima solidarietà a chi continua a salvare vite nel Mediterraneo. Mentre altri gridano parole d'odio, che rischiano di chiamare violenza, noi scegliamo l'accoglienza"

Disegno di Francesco Piobbichi, omaggio a Banksy e alla Louise Michel

Roma (NEV), 30 agosto 2020 – “Dopo lo sbarco di questa notte, con oltre 300 persone arrivate a Lampedusa, la situazione sull’isola è innegabilmente insostenibile, in primis per i migranti, costretti, dopo quello che hanno passato, in una struttura sovraffollata ma anche per i residenti e i turisti – dichiara Paolo Naso, coordinatore di Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, presenti a Lampedusa dal 2013 –  . Noi dal canto nostro siamo impegnati negli sbarchi, ad aiutare le associazioni e le istituzioni a gestire i primi momenti degli arrivi di queste persone.
Chiediamo a gran forza che vengano subito attivate reti anche provvisorie per l’accoglienza immediata dei soggetti più vulnerabili. 
Come chiese protestanti siamo pronte a collaborare con le istituzioni e le altre associazioni per cercare soluzioni legate a questa urgenza.

Siamo di fronte a un’emergenza che era però del tutto prevedibile, date le condizioni in Tunisia e in Libia.
Ribadiamo che l’unica strategia di contrasto alle migrazioni “irregolari” è quella di aprire canali legali, sicuri e gestiti a livello europeo.
Nel frattempo la nostra massima solidarietà a chi continua a salvare vite nel Mediterraneo.
Mentre altri gridano parole d’odio, che rischiano di chiamare violenza, noi scegliamo l’accoglienza.

Il nostro cordoglio, infine, per la giovane vittima, portata a Lampedusa ieri dalla Louise Michel, per la quale stamattina a Lampedusa abbiamo svolto un momento di raccoglimento e ricordo”.