USA. Le chiese in prima fila nella protesta contro il razzismo di Stato

Roma, 5 dicembre 2014 (NEV/CS63) – Il Grand Jury non è il luogo adatto dove decidere dell’innocenza o della colpevolezza dei poliziotti bianchi implicati in uccisioni di afroamericani. Solo la celebrazione di un equo processo può ristabilire la giustizia: questa la posizione del Consiglio delle chiese cristiane degli USA (NCCUSA) che con un comunicato stampa diffuso ieri, ha espresso profonda preoccupazione in merito alle decisioni dei Grand Jury nei casi di Ferguson e ora di New York: “Crediamo che nessuno stia al di sopra della legge, incluso coloro il cui compito è quello di applicarla”, si legge nel comunicato. Pertanto, il NCCUSA chiede a “pubblici ministeri, forze di polizia, giurie e giudici a far rispondere dei propri atti gli agenti di polizia che hanno ucciso”. Il segretario generale del NCCUSA, pastore Jim Winkler, ha fatto notare che “mentre siamo favorevoli all’introduzione di telecamerine incorporate agli agenti, il caso di Eric Garner ci ha confermato che evidentemente la presenza di una telecamera non è bastata per prevenire la morte del signor Garner. Né è stata una garanzia rispetto all’accertamento della responsabilità del poliziotto coinvolto nella sua morte e dell’abuso di potere esercitato”. Per Winkler la società deve riappropriarsi del concetto che “non c’è vita che valga di più di un’altra. Continuiamo a batterci per una società in cui ogni vita umana, preziosa a Dio, è valorizzata e amata”. Con la notizia del proscioglimento anche del poliziotto Daniel Pantaleo, responsabile della morte di Eric Garner, afroamericano di Staten Island e padre di sei figli, a pochi giorni da quella, analoga, del caso di Micheal Brown, giovane afroamericano disarmato di Ferguson, centinaia di migliaia di manifestanti sono nuovamente scesi in strada in numerose città statunitensi contro il razzismo di Stato. Tra questi, in prima fila, numerosi leader religiosi che hanno chiamato i loro membri di chiesa a combattere il razzismo già all’interno delle proprie congregazioni. Innumerevoli le donne e gli uomini di chiesa che dai loro profili twitter hanno lanciato dei #EricGarner #ICantBreathe e #BlackLivesMatter.  Non sono mancate significative prese di posizione in questo senso da parte di esponenti evangelici quali il pastore Jim Wallis, direttore dell’autorevole rivista Soujourners, o della pastora e attivista Jacqui Lewis della Middle Collegiate Church di New York che dalle pagine dell’Huffpost Religion hanno chiamato alla protesta non violenta e alla riconciliazione razziale. Un appello a superare gli steccati razziali anche all’interno delle stesse chiese è arrivato dalla Southern Baptist Convention, il cui presidente della Commissione etica e libertà religiosa Russel Moore ha chiamato ad un impegno fattivo dei propri membri di chiesa nella lotta al razzismo. Per una recente intervista NEV al presidente del NCCUSA, pastore metodista Jim Winkler, clicca qui.