14° giorno contro la violenza. Il segno del potere patriarcale sul corpo

L’agenzia NEV ripropone in 16 puntate, dal 25 novembre (Giornata mondiale per l'eliminazione della violenza contro le donne) fino al 10 dicembre (Giornata mondiale dei diritti umani), il fascicolo “16 giorni contro la violenza” della Federazione delle donne evangeliche in Italia

Un frame dal video contro le Mutiliazioni genitali femminili tratto da https://www.unfpa.org/a-piece-of-me#abida

Roma (NEV), 8 dicembre 2020 – L’agenzia NEV ripropone, uno al giorno, gli spunti di riflessione del fascicolo redatto dalla Federazione delle donne evangeliche in Italia (FDEI). Intitolato “16 giorni contro la violenza sulle donne. La salute è donna?”, il fascicolo è disponibile integralmente a fondo pagina in italiano e in inglese. I 16 giorni vanno dal 25 novembre, Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne, al 10 dicembre, Giornata mondiale dei diritti umani.

16 giorni contro la violenza sulle donne

14° giorno – 8 dicembre 2020

IL SEGNO DEL POTERE PATRIARCALE SUL CORPO

Si deve ancora parlare dell’orrendo fenomeno delle mutilazioni genitali femminili, in quanto impatta in modo grave e irreversibile sulla salute di un numero molto considerevole di bambine, ragazze, donne: nel mondo circa 125 milioni di loro debbono convivere con un corpo mutilato e ogni anno circa 3 milioni si aggiungono a questa statistica. Paradossalmente l’incisione o l’asportazione, parziale o totale, dei genitali femminili esterni, che ha lo scopo di permettere al patriarcato il controllo della sessualità femminile, è eseguita e garantita essenzialmente da donne, levatrici tradizionali o vere e proprie ostetriche, lautamente remunerate se l’esito è (se così si può dire) positivo. La complicità delle donne stesse in una pratica che si ritorce contro il proprio sesso è un altro aspetto drammatico di questo fenomeno. Tutte le bambine entrano in uno stato di shock neurogenico a causa dell’intenso dolore e del trauma psicologico, rischiando di morire anche solo per questo, oltre che per lo shock emorragico (le perdite ematiche sono cospicue) o per infezione generalizzata (sepsi). Ulteriori conseguenze di lungo periodo sono la formazione di ascessi, calcoli e cisti, la crescita abnorme del tessuto cicatriziale, ostruzioni croniche del tratto urinario e della pelvi, forti dolori nelle mestruazioni e nei rapporti sessuali, maggiore vulnerabilità all’infezione da HIV/AIDS, epatite e altre malattie veicolate dal sangue, infertilità, incontinenza, maggiore rischio di mortalità materna per travaglio chiuso o emorragia al momento del parto.

DOMANDA per discutere

Ci sono anche nella nostra società forme di violenza del potere patriarcale sul corpo delle donne?

Suggerimento di visione

FIORE DEL DESERTO, Regia di Sherry Hormann, Germania 2009, 120’- DVD

Attraverso la storia vera di un ex-top model di origini somale Waris Dirie, il film sferra un duro colpo alla mutila-zione genitale femminile.

VERSETTO BIBLICO

Dio ci ha dato uno spirito non di timidezza, ma di forza e d’amore. Egli ci ha salvati tramite il Salvatore nostro Cristo Gesù, il quale ha distrutto la morte e ha messo in luce la vita e l’immortalità mediante il vangelo. (II Timoteo 1, 710)

COMMENTO

PREGHIERA

 

Dio Padre e Madre, luce nel nostro cammino, schiarisci le tenebre, che avvolgono donne esposte a pratiche mutilanti, fisiche e psichiche. Dacci la forza, l’amore e la concretezza di essere solidali con le nostre sorelle che hanno bisogno del nostro sostegno. Apri i nostri cuori e le nostre menti per un dialogo fecondo di empatia e di emancipazione tra di noi.

 

Amen

Timoteo, incerto su come comportarsi con persone che provengono da altri credi religiosi, dovendo gestire una nuova comunità cristiana, è pieno di dubbi. Anche noi cristiane oggi non sappiamo a volte come comportarci con persone di altre religioni, quando non rispettano l’integrità fisica e psichica della donna. Le mutilazioni genitali femminili (MFG) sono un’usanza feroce, praticata in varie comunità musulmane in nome della religione. In realtà sono un retaggio culturale e non un precetto religioso. Il Vangelo ci dice che Dio ha distrutto la morte e ha messo in luce la vita e noi siamo chiamati a cercare il dialogo con chi pratica, o rischia di subire, le MFG poiché tutte le donne hanno diritto alla salute, all’istruzione e alla gioia di vivere pienamente la loro vita. Nessuna dovrebbe più essere sottomessa ad azioni patriarcali dolorose e dannose. Il Vangelo ci incoraggia anche a fare tesoro della nostra libertà e ad agire solidali per (ri)stabilire l’incolumità di tutti/e. Cosa vuol dire concretamente essere solidali nei confronti delle donne che subiscono MGF? Subiamo anche noi ancora retaggi culturali nel nome della religione?


Qui il fascicolo integrale in italiano: “16 giorni contro la violenza sulle donne. La salute è donna?

Qui il fascicolo in inglese: “16 days Fdei 2020_english