Le case e le foresterie valdesi “rispondono” al Covid

Di fronte al crollo del turismo, le strutture valdesi si sono prontamente riconvertite, offrendo vari servizi, legati anche all'emergenza sanitaria, diventando alberghi sanitari, ricoveri per migranti in transito, centri per la quarantena. "La nostra mission è proprio questa: metterci all'ascolto dei bisogni dei vari territori", dichiara Daniele Del Priore, direttore dell'area accoglienza della Diaconia.

La foresteria di Torre Pellice (Torino)

Roma (NEV), 3 dicembre 2020 – Le case e le foresterie valdesi non chiudono per Covid, ma anzi, “rilanciano”. Le strutture si sono infatti riconvertite, in molti casi, in queste ultime settimane, proprio per adeguarsi alla nuova situazione legata all’emergenza sanitaria, alle restrizioni negli spostamenti, ma anche per reagire al crollo del settore del turismo. Contribuendo attivamente ad aiutare le persone più vulnerabili. Lo hanno scritto e spiegato Elisa Ambrosoni e Daniele Del Priore pochi giorni fa in un post sul sito e i social delle foresterie e case valdesi. 


Le case valdesi, come avevamo raccontato anche qui sul NEV, avevano riaperto a giugno. Dopo l’estate, in virtù dei vari DPCM, della seconda ondata, del lockdown e della suddivisione dell’Italia in zone, un nuovo stop per il settore turistico.

Daniele Del Priore, direttore dell’area accoglienza della Diaconia valdese, non nega il momento di straordinaria difficoltà: “I dipendenti degli ostelli e delle foresterie sono in cassa integrazione, anticipata dalla Diaconia valdese. Il bilancio di quest’anno è pesantemente negativo. E ricordiamo che gli introiti delle foresterie sostengono l’attività solidale della Diaconia”.

Ma di fronte alla crisi, la “resilienza”.

“Come anche nel primo lockdown ci siamo messi in ascolto. Fa parte proprio della nostra mission la volontà di sentire i bisogni dei territori e delle persone”. Di qui dunque la scelta di rimodulare l’offerta.

“La Foresteria Valdese di Torre Pellice, in collaborazione con la ASL Torino 3, sarà adibita ad albergo sanitario che ospiti persone positive, asintomatiche ed autonome. La Foresteria Valdese di Firenze ha messo a disposizione dell’Istituto Gould un’ala di Palazzo Salviati affinché le minori e i minori risultati positivi al Covid-19, o che presentino sintomi, possano usufruire di un ampio spazio dedicato”, si legge nel dettaglio sul sito delle case valdesi.

Per ciò che riguarda Casa Cares, in Toscana, “sono in corso trattative con la Croce Rossa Italiana affinché la struttura possa ospitare migranti in ingresso nel nostro Paese, che necessitino di effettuare un periodo di quarantena prima di venir presi in carico dallo Stato italiano”. La Casa Valdese di Vallecrosia “ha destinato alcune camere ed una porzione del grande parco privato a migranti in transito verso la Francia: si tratta prevalentemente di famiglie, in ogni caso di persone estremamente bisognose di riposo. Questa iniziativa è nata dalla collaborazione tra le Case Valdesi e l’Area Migranti della Diaconia Valdese, con l’appoggio e il sostegno delle Chiese Valdesi del Ponente Ligure.

Anche a Firenze, anticipa Del Priore, “stiamo pensando di destinare la nostra struttura a luogo in cui minori in situazioni di disagio, ospitati nelle comunità protette della città, possano trascorrere eventuali periodi di quarantena”.

Tutto questo sotto l’egida di un bisogno di sociale e socialità.

“L’augurio – conclude il referente – è tornare ad una normalità, per tutti, non solo per le persone di cui si parla sempre sui media. Penso ai più giovani, ad esempio, al loro bisogno di stare insieme, di stare vicini. Il messaggio che vogliamo dare è di speranza: il distanziamento fisico non esclude la vicinanza sociale”.

Per chi volesse informazioni sulle singole strutture e sulle loro disponibilità è consigliabile di contattare direttamente la casa o foresteria, attraverso i recapiti disponibili sul sito casevaldesi.it e sui social.

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