Armi prodotte in Italia e riconversione alla pace

Online la ricerca condotta dalla Chiesa evangelica del Baden, dalla Commissione globalizzazione e ambiente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia e dal Comitato Riconversione RWM. Serve un marchio ‘war-free’ per la Sardegna

Collage di immagini in rete

Roma (NEV), 22 dicembre 2020 – È online la ricerca “Peace Conversion Sardinia – Conversione alla pace della Sardegna (PE.CO.SA.) / ‘Sud ovest della Sardegna tra presente e futuro, da un’economia estrattiva e armata ad una riconversione di pace’”. 56 pagine di dati e mappe che analizzano la produzione e le attività della RWM Italia S.p.a., una controllata del gruppo tedesco Rheinmetall, che dal 2010 produce in Sardegna migliaia di bombe ogni anno (bombardamento aereo, minamento marino e munizionamento d’artiglieria). I ricavi delle vendite, già nel 2011 ammontavano a oltre 21 milioni di euro con un aumento del 1660,4% rispetto all’anno prima, per arrivare nel 2019 a 114,5 milioni di euro, di cui il 91% con destinazione extra UE. Un portafoglio ordini estero bloccato dall’embargo di 330 milioni di euro ha portato conseguentemente una riduzione dell’occupazione nella sede sarda da 341 a 232 unità. Parti integranti della ricerca, nella seconda parte, quelle riguardanti i progetti di riconversione, le valutazioni di impatto economico, sanitario, ambientale e paesaggistico, le implicazioni normative ed etiche, le proposte.

Prodotta dalla Chiesa evangelica del Baden (Germania), dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) tramite la Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) e dal Comitato Riconversione RWM (CRR), la ricerca ha visto la collaborazione di giovani ricercatori e di un supporto scientifico da parte di alcuni/e docenti dell’Università di Cagliari.

Il contesto

“La produzione di armi è stata quest’anno al centro di polemiche per aver goduto in Italia del riconoscimento di ‘attività essenziale’ in tempo di emergenza sanitaria” spiega la coordinatrice GLAM Antonella Visintin, fra le curatrici della ricerca insieme a Kiflemariam Gebrewold, Cinzia Guaita, Arnaldo Scarpa e Michael Starck.

La produzione di armi è stata anche oggetto di attenzione della Camera dei Deputati, che il 24 giugno scorso ha approvato la mozione n. 1-00204. Tale mozione sospende le licenze di esportazione di bombe d’aereo, missili e componenti verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti (dal 29 luglio 2019 per un massimo di 18 mesi); congela i contratti in corso; sospende il rilascio di nuove licenze; blocca a tempo indeterminato le autorizzazioni all’esportazione di materiali d’armamento verso la Turchia a seguito dell’invasione della Siria. Proprio oggi, inoltre, la Commissione Esteri della Camera ha votato una risoluzione sulla situazione dello Yemen, prolungando di fatto lo stop alle armi, mentre la Germania ha prorogato l’embargo verso l’Arabia Saudita per tutto il 2021.

La ricerca

Immagine tratta dalla ricerca “Peace Conversion Sardinia – Conversione alla pace della Sardegna (PE.CO.SA.)”

“In questo quadro – racconta ancora Antonella Visintin – abbiamo lavorato a questa ricerca. L’idea era nata in occasione del Convegno del 1° marzo 2019 a Roma sul tema ‘Le Chiese e la società civile per un’economia di pace’, dal comune desiderio di fare qualcosa di concreto per promuovere reali alternative all’economia di guerra nel Sulcis-Iglesiente e in Sardegna”.

La ricerca si compone di due parti. La prima parte rappresenta una fotografia dell’attività della RWM, in particolare dell’unità produttiva di Domusnovas: “Una raccolta di dati sulle lavorazioni e le loro destinazioni, sulle condizioni di lavoro e sull’impatto ambientale complessivo, nonché sulle relazioni dell’azienda tedesca con il Governo italiano, gli attori locali, istituzioni e movimenti – illustra ancora la coordinatrice GLAM –. La seconda parte presenta invece un progetto di riconversione economica per la Sardegna a partire dalle piccole e medie imprese locali. Basato su un marchio ‘war-free per la Sardegna’, il piano prevede la promozione, la valorizzazione e il potenziamento di attività produttive, artigianali e commerciali che già rifiutano l’economia predatoria e violenta generata dalla produzione di armamenti, ma hanno difficoltà a svilupparsi a causa degli storici limiti della struttura economica della regione”.

Scarica qui la RICERCA INTEGRALE: PECOSA-DOCUMENTO-FINALE16dic2020

Scarica qui la SINTESI: PECOSA-EXECUTIVE_SUMMARY-FINALE_16dic2020