Lutto. E’ morto Philip Potter, terzo segretario generale del CEC

Durante il suo mandato fu presentato il documento su Battesimo eucaristia e ministero (BEM)

Roma (NEV), 1 aprile 2015 – “Philip Potter rimane un testimone credibile della visione del regno di Dio e dei suoi valori di giustizia, pace e gioia nello Spirito santo”. Con queste parole che riprendono un versetto della lettera di Paolo ai Romani 14:17, il pastore Olav Fykse Tveit, segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), ha ricordato il pastore metodista Philip Potter, mancato all’età di 93 anni a Lubecca (Germania) lo scorso 31 marzo.

Nato a Roseau, capitale dell’isola caraibica di Dominica, nel 1921, Potter è stato una figura di primo piano del movimento ecumenico del XX secolo, ricoprendo la carica di segretario generale del CEC dal 1974 al 1982. Dopo aver mosso i primi passi nel Movimento cristiano studenti, vera e propria fucina ecumenica, Potter partecipò ad Amsterdam nel 1948 all’assemblea fondativa del CEC e alla seconda tenutasi a Evaston nel 1954, legando da allora in poi il proprio ministero alle attività e ai progetti dell’organismo ecumenico mondiale. “Molte delle persone che esprimono un’alta considerazione del CEC collegano questa loro opinione a Philp Potter che in tutta la sua attività non ha mai mancato di dare visibilità al Consiglio”, ha affermato Tveit nel tributo reso al suo predecessore.

Tra le maggiori realizzazioni del suo mandato, vanno certamente ricordati il documento di consenso teologico “Battesimo, eucaristia e ministerio” conosciuto come BEM, e la continuazione di una coraggiosa campagna contro l’apartheid in Sudafrica. Tra i suoi maggiori contributi vanno anche ricordati la riflessione sulla missione cristiana nell’era post-coloniale – Potter stesso fu il primo segretario generale del CEC a provenire da un paese di nuova indipendenza -, la testimonianza di pace delle chiese nella divisione est/ovest, l’inizio di una riflessione sulla crisi ecologica, la campagna contro gli armamenti nucleari.