Francia. Il ‘sì’ della Chiesa protestante unita alla benedizione di coppie gay

Il sociologo Jean-Paul Willaime: "prudente apertura, non rottura"

Roma (NEV), 20 maggio 2015 – Lo scorso 17 maggio il Sinodo della Chiesa protestante unita di Francia (EPUdF), riunito a Sète nel Languedoc, a stragrande maggioranza ha detto “sì” alla benedizione di coppie dello stesso sesso. Una decisione già da più parti definita storica, alla quale la EPUdF, che unisce riformati e luterani, è giunta al termine di un animato dibattito sinodale, ma soprattutto di un articolato percorso presso le comunità locali durato un anno e mezzo.

Una decisione che arriva a due anni dall’introduzione nell’ordinamento francese del “matrimonio per tutti” e che prevede che la “benedizione liturgica” di coppie omosessuali possa essere invocata sulle sole coppie sposate civilmente “che vogliono presentare la loro alleanza di fronte a Dio”. In Francia, infatti, non esistono matrimoni in chiesa, o in qualsiasi altro luogo di culto, che abbiano anche effetti civili. Pertanto, quello che già si faceva per le coppie eterosessuali, con un adattamento liturgico ancora in via di elaborazione, sarà possibile anche per i novelli sposi omosessuali, a patto che abbiano l’accordo della comunità e del pastore. Perché come spiegano alla EPUdF: “Una tale benedizione è una possibilità aperta: non è né un diritto, né un obbligo. Soprattutto, non s’impone a nessuna comunità e a nessun pastore”. “Si tratta di una prudente apertura, non di una rottura”, precisa il sociologo Jean-Paul Willaime, direttore dell’Ecole Pratique des Hautes Etudes, in un’intervista al settimanale “Réforme”. “Una decisione – dice il sociologo d’oltralpe – che conferma una caratteristica dei luterani e riformati i quali, accompagnando positivamente alcuni sviluppi della società francese, hanno dato prova di una certa modernità. Con una particolarità: mentre i sindaci non possono rifiutarsi di sposare coppie dello stesso sesso, per quanto riguarda la benedizione delle stesse, i pastori saranno liberi di praticarla oppure no”.

Quella della EPUdF è una scelta molto simile a quella assunta dal Sinodo delle chiese metodiste e valdesi già nel 2010, con la differenza che in Italia per le coppie gay non è previsto né il matrimonio, né l’unione civile. Ad esporre ai sinodali francesi la genesi della decisione del Sinodo valdese e la pratica della stessa è stata Paola Schellenbaum, membro della Commissione “Famiglie e coppie di fatto” della Tavola valdese.
L’unica chiesa francese ad aver precedentemente autorizzato un “gesto liturgico e di preghiera” per gli omosessuali è la Missione popolare evangelica, numericamente assai più piccola della EPUdF. Quest’ultima è espressione del protestantesimo storico francese e conta 110mila membri attivi e 400mila affiliati. Il protestantesimo è la quarta comunità di fede dopo il cattolicesimo, l’islam e l’ebraismo. (Per il testo integrale della mozione in francese qui).