Sfiducia e facile cessione di libertà: i rischi da evitare dopo il Covid

Il secondo incontro online della serie organizzata da Fondazione Circolo Rosselli e Censis su pandemia e società italiana, in collaborazione con Confronti. La prossima settimana, giovedì 11, si parlerà del tema dei ristori e delle loro conseguenze.

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Roma (NEV), 5 febbraio 2021 – “Ogni emergenza lascia delle scorie. I rischi che vedo con la pandemia sono due: il primo è la cessione della sovranità, ovvero che ci si abitui troppo facilmente al fatto che la libertà individuale possa essere messa in gioco. Il secondo è che la maggioranza degli italiani veda l’idea di avviare un’impresa come un azzardo e non più come un’opportunità”.

Sono queste le conclusioni di Francesco Maietta, responsabile dell’area Politiche sociali del Censis, intervenuto ieri pomeriggio, 4 febbraio, al secondo degli incontri online organizzati dalla Fondazione Circolo Rosselli e dal Censis per discutere sugli scenari aperti per la società italiana dalla pandemia.

Il titolo dell’incontro di ieri era “Meglio sudditi che morti” e si è incentrato sulle reazioni degli italiani nell’anno della paura, fra tensioni sulla sicurezza e la percezione dello Stato come salvagente ultimo cui aggrapparsi nel momento del pericolo.

“Abbiamo affrontato la fase dell’emergenza con disciplina, meglio di altri Paesi, accettando le regole e affidandoci allo Stato”, ha sottolineato Maietta. “Il costo sociale è alto. Ci sono, ad esempio, quasi cinque milioni di persone che lavoravano nella cosiddetta ‘gig economy’ scomparse dai radar senza lasciare traccia. Se occorre avere consapevolezza di quello che di positivo è stato fatto, bisogna tenere in conto anche dei rischi dell’eccessiva dipendenza da ristori e bonus. Ma siamo un Paese che dopo le fasi di emergenza ha sempre voglia di ripartire con quello che al Censis chiamiamo furore di vivere”.

Ha sottolineato poi il presidente della Fondazione Circolo Rosselli, Valdo Spini: “Il presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi è stato più volte citato per la sua distinzione fra debito buono, che riesce a riattivare produzione e reddito, e debito cattivo, improduttivo. Abbiamo davanti un’Italia di disuguaglianze: nord e sud, giovani e anziani. Non ce lo possiamo più permettere. I soldi che arriveranno dall’Europa sono tanti. Chiediamo un’Italia nuova, diversa, quella che abbiamo davanti rischia di condurci in un vicolo cieco”.

Giorgia Giovannetti, economista all’università di Firenze, ha spiegato: “Un enorme numero di italiani ha visto cambiare la propria situazione in peggio. Ha resistito chi aveva un lavoro dipendente, possibilmente statale. Storicamente le pandemia hanno avuto ripercussioni sociali. Da noi il Covid aggrava problemi preesistenti, le nostre fragilità strutturali: debito pubblico, povertà, mercato del lavoro, scuola. L’emergenza sanitaria unita a quella economica è potenzialmente esplosiva: sarà essenziale investire in scuola e università, sfruttando le opportunità del Next Generation EU per investimenti importanti a tasso di interesse basso”.

Il punto di vista delle professioni, tecniche e giuridiche, è stato esposto da Gianni Massa, vicepresidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri e da Sergio Paparo dell’Organismo Congressuale Forense. “In un nostro recente sondaggio – ha detto Massa –  il 70% dei professionisti ha risposto negativamente alla domanda su come veda il proprio futuro. La scarsa inclinazione a fare network da parte dei professionisti è una criticità. Serve una nuova capacità organizzativa per intercettare la domanda che viene, ad esempio, da provvedimenti come quello del super bonus. Abbiamo un mercato del lavoro e una società che vivono un mondo digitale con regole analogiche. Se non si fanno delle riforme, sarà impossibile spendere i soldi che arriveranno dall’Europa”.

“In questi mesi si è parlato della paralisi di molti settori, come la scuola, ma nessuno ha parlato di come si sia bloccata la giustizia. Forse perché è ritenuto un sistema già bloccato”, ha detto Paparo. “I provvedimenti sulla giustizia nel Piano italiano per il Recovery fund sono insufficienti: tre miliardi previsti su progetti datati che non incidono sui problemi strutturali. La giurisdizione non sarà in grado di supportare il contenzioso, le disuguaglianze sociali, i licenziamenti, che inevitabilmente questa pandemia comporta. Per questo bisogna puntare sulle strade alternative alla giurisdizione ordinaria. E anche su una decisa informatizzazione: occorrerebbe ad esempio una piattaforma digitale per il deposito immediato degli atti”.

Sul punto di vista dei giovani hanno invece insistito Michael Musetti, coordinatore degli under 35 dell’Associazione delle Istituzioni di Cultura Italiane e Giulia Piccioni, segretaria nazionale della rete nazionale di cultura e politica I Pettirossi. “Quella del reddito di cittadinanza – ha detto Musetti – doveva essere una rivoluzione ma è rimasta incompiuta. Mancano ancora tanti tasselli perché si arrivi a un vero patto per l’imprenditorialità civile, come è stato definito”.
“La domanda che ci dovremmo porre è perché i giovani siano interessati all’attività civica ma non alla rappresentanza o alla partecipazione politica”, ha sottolineato Piccioni.  “Nessun partito intercetta il voto di questo pezzo di Paese. Eppure, anche se siamo di meno, siamo il futuro: i giovani, fra i più colpiti dalla crisi, non possono essere sottovalutati”.

L’incontro della settimana prossima, giovedì 11 febbraio, alle ore 17 sarà dedicato alla riflessione sul tema dei ristori e delle loro conseguenze: “Nell’anno della bonus economy”, il titolo del webinar.

Il tema sarà affrontato da Marco Baldi, responsabile area Economia e territorio del Censis; Antonella Di Bartolo, dirigente scolastico all’Istituto Sperone-Pertini di Palermo; Federico Gelli, coordinatore dell’Unità sanitaria di crisi della AUSL Toscana Centro per l’emergenza pandemica; Stefano Grassi, avvocato e costituzionalista dell’Università di Firenze e Mariella Zoppi, professore emerito di architettura dell’ateneo fiorentino; modererà Claudio Paravati, direttore Rivista e Centro Studi Confronti.

Il webinar sarà trasmesso sulla piattaforma Zoom (https://us02web.zoom.us/j/327598981) e sulle pagine Facebook della Fondazione Fratelli Rosselli e del Censis.