15 aprile. Attesa a Bari la sentenza per l’aggressione alla giornalista Mazzola

La giornalista: “L'intimidazione, le minacce e le aggressioni fisiche a chi si espone per motivi di interesse pubblico, riguardano tutti perché condizionano la democrazia”

Foto E.R.

Roma (NEV), 14 aprile 2021 – Attesa per domani, 15 aprile alle 11, la sentenza nel processo con rito abbreviato per l’aggressione subita il 9 febbraio 2018 dalla giornalista d’inchiesta del TG1 Maria Grazia Mazzola.

Mazzola è stata ospite del Sinodo delle chiese metodiste e valdesi. Giornalista evangelica, si occupa da sempre di mafie.

La sentenza sarà pronunciata presso il Tribunale di Bari. Nell’udienza del 18 febbraio scorso, la PM Lidia Giorgio, durante la requisitoria, ha chiesto tre anni di carcere per Monica Laera. Precedentemente già condannata definitivamente per 416bis, Laera è ora accusata di aggressione con aggravante mafiosa nell’esercizio del controllo del territorio, lesioni e minacce di morte.

Nella memoria depositata dall’avvocata della Rai e di Mazzola, Caterina Malavenda, si legge che si trattò di un’aggressione dimostrativa nell’esercizio del controllo mafioso del territorio, per colpire una giornalista “ed educarne cento”.

“È fondamentale ribadire che i giornalisti nell’esercizio di un ruolo costituzionalmente riconosciuto non si toccano – scrive la stessa Maria Grazia Mazzola in una nota diramata ieri –. L’intimidazione, le minacce e le aggressioni fisiche a chi si espone per motivi di interesse pubblico, riguardano tutti perché condizionano la democrazia”.

Moltissime le manifestazioni di solidarietà giunte a Mazzola. Da colleghe e colleghi giornalisti, dalle chiese, dall’associazionismo impegnato sui territori contro le mafie. Mazzola si è costituita parte civile con la Rai e l’Ordine Nazionale dei giornalisti, l’Associazione Stampa Romana (ASR), l’associazione Libera contro le mafie, la città di Bari e molti altri.

Dopo la sentenza è prevista una conferenza stampa nazionale online, con l’Associazione Stampa Romana.