1° maggio: Ayrton Senna, l’estrema unzione, i morti sul lavoro

27 anni fa il pilota di Formula 1 Ayrton Senna, evangelico, moriva a seguito dell'incidente sulla pista del Gran Premio di Imola. Un prete cattolico entrò in ospedale, mentre al pastore metodista non fu consentito l'accesso. Da questo episodio, il pastore Ciaccio prende spunto per una riflessione sul lavoro e sulla spiritualità

Roma (NEV), 1° maggio 2021 – Il 1° maggio 1994, il pilota di Formula 1 Ayrton Senna venne portato in ospedale a Bologna a causa di un gravissimo incidente durante il Gran Premio di San Marino a Imola. Lo ricorda il pastore Peter Ciaccio sulla sua pagina Facebook, dove scrive ancora che un amico di Senna che stava guardando il Premio in tv, dal Brasile contattò il pastore metodista di Bologna Paolo Sbaffi: “Senna è evangelico, vada in ospedale”.
Era una domenica pomeriggio. Scrive ancora Ciaccio: “Il pastore Sbaffi si recò all’Ospedale Maggiore, più blindato degli ospedali in tempo di Covid, e si qualificò. A norma della legge 449/1984 avrebbe potuto entrare, ma fu bloccato, non perché la situazione fosse delicata, ma perché un brasiliano non poteva che essere cattolico. Il prete cattolico, infatti, entrò per l’estrema unzione.
Giornali e tg che dedicarono ampio spazio in quei giorni all’incidente mortale di Senna non raccontarono questo abuso come avrebbero dovuto fare.
Il pastore Sbaffi, persona discreta, raccontò l’episodio, senza farne un polverone, che avrebbe rischiato di strumentalizzare la tragedia”.
Il pastore Ciaccio riflette su questo episodio: “Mi viene da pensare cosa avrebbe fatto un suo omologo oggi, con Facebook e Twitter, strumenti che non aiutano la ricerca di discrezione, understatement o, più semplicemente, del non pensare ‘Ora gli faccio vedere io’… Io sono ‘un suo omologo’: la domanda la rivolgo a me stesso, senza potermi dare una risposta convincente”.
“Nada pode me separar do amor de Deus”, “Niente può separarmi dall’amore di Dio” (un sunto di Romani 8,38–39): questo è scritto sulla tomba di #AyrtonSenna, prosegue ancora Ciaccio. “La tomba di un protestante con l’immancabile Parola, senza alcuna immagine sacra.
Infine un fiore per Roland Ratzenberger, pilota austriaco, morto il giorno prima alle prove del GP di S.Marino, il suo terzo di Formula 1.
Dimenticato, un morto di serie B, però utile ai “padroni”: ai funerali andarono le persone non gradite al funerale di Senna”.
Tra questi, Max Mosley, allora presidente della FIA, figlio di Oswald Mosley, fondatore dell’Unione dei Fascisti Britannici.
Il pastore Peter Ciaccio conclude con una riflessione che va oltre i ricordi sportivi e spirituali: “A volte è difficile pensare agli sportivi come ‘operai sotto padrone’, anche perché ricevono stipendi da capogiro, ma la relazione con chi paga questi stipendi (che guadagna molto di più ovviamente) è la stessa. Però credo che gli operai che riempiono gli stadi lo sanno benissimo: non stupitevene.
Oggi non dimentichiamo le migliaia di morti sul lavoro, morti di serie C, almeno per l’opinione pubblica”. #PrimoMaggio
(Nelle foto, Ayrton Senna che prega prima di una corsa, l’Incidente del 1º maggio, la lapide di Senna, Roland Ratzenberger)