Presidenziali USA. Il presidente NCCCUSA Winkler: una campagna segnata da negatività

Roma (NEV), 7 settembre 2016 – “Ci troviamo nel mezzo di una campagna presidenziale alquanto eccentrica, una campagna che vede i candidati dei due maggiori partiti non particolarmente apprezzati dalla maggioranza degli elettori”. Esordisce così la consueta lettera settimanale che il metodista Jim Winkler, presidente del Consiglio nazionale delle chiese cristiane degli USA (NCCCUSA) è solito scrivere alle chiese membro dell’organismo ecumenico, e che stavolta dedica alla corsa versa la Casa Bianca. Amara la costatazione di Winkler, per cui questa campagna presidenziale è senza dubbio “segnata da negatività, e continuerà a esserlo”. Dalla sua lettera si evince che il NCCCUSA ha già invitato i due candidati, Hillary Clinton e Donald Trump, per “uno scambio sulle priorità, per pregare insieme e per esprimere l’augurio di una campagna positiva”, ma nulla si sa sull’effettiva realizzazione di un tale incontro.Ricordando alle congregazioni e ai leader delle diverse denominazioni – il NCCCUSA raccoglie le cosiddette mainline churches protestanti e alcune chiese ortodosse in rappresentanza di 45 milioni di credenti – che è inopportuno schierarsi a favore dell’uno o dell’altro campo politico sostenendo a parole o economicamente dei candidati, Winkler tuttavia ammette che “è appropriato discutere di questioni politiche, mettere le proprie strutture a disposizione dei seggi elettorali, e di invitare candidati politici a dibattiti”. Dice invece “no” ai partiti religiosamente connotati, sottolineando come “l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è che predicatori e chiese sostengano esplicitamente partiti e candidati”. E lanciando quel che suona come un monito alle proprie chiese membro, aggiunge: “Semplicemente non troverete leader di chiese nel NCCCUSA seguire l’esempio di Jerry Falwell Jr.”, un predicatore evangelicale statunitense schieratosi con molta enfasi a favore del candidato repubblicano.Per Winkler la chiesa ha sì una “responsabilità di dire parole di verità al potere espressione dello Stato”, ma dice anche che “lo Stato non deve esercitare il suo potere sulla chiesa. E la chiesa non deve dal canto suo cercare di controllare lo Stato”. Una lezione di laicità in pillole. Inoltre, si dice riconoscente per aver avuto la fortuna di essere cresciuto in chiese la cui caratteristica è quella di essere teologicamente e politicamente plurali, come peraltro lo sono anche le chiese membro del NCCCUSA, e conclude: “Quando parliamo insieme muoviamo dal desiderio comune basato sulle scritture di pace e giustizia. Spero che i cristiani approcceranno l’elezione di quest’anno con tranquillità e maturità”.