Roma (NEV), 3 agosto 2021 – Si è conclusa la 57^ sessione di formazione del Segretariato attività ecumeniche (SAE) tenutasi a Camaldoli, in provincia di Arezzo, dal 25 al 31 luglio 2021.
Questo il titolo della sessione: “‘Racconterai a tuo figlio’ (Es 13,8). Le parole della fede nel succedersi delle generazioni. Una ricerca ecumenica (I)”. L’incontro ha visto una larga partecipazione di giovani: studenti, seminaristi, catechisti impegnati nelle rispettive chiese.
A chiusura dei lavori, in dialogo con il presidente del SAE Piero Stefani, la predicatrice valdese Erica Sfredda ha detto: “Siamo arrivati con le nostre storie e bagagli pesanti e ci abbeveriamo alle stesse fonti. L’ecumenismo è avere un nuovo stile di vita aperto all’altro, al migrante, al collega; è un modo nuovo di affrontare la vita”.
Scrive il SAE, nel comunicato che racconta le ultime giornate di lavori: “La comunità cristiana è anche una comunità di profeti dove le voci si rispettano, non si impongono, si compongono e si sottopongono al reciproco discernimento in vista della edificazione della crescita di tutto il corpo di Cristo”. Questo è il cuore della meditazione di Maria Paola Rimoldi, membro del Gruppo teologico del SAE. La teologa pentecostale, proponendo il “canto e controcanto” dal libro del profeta Gioele (cap.3,1) e dagli Atti degli Apostoli (cap. 2,16-17) ha mostrato come “la Scrittura commenta l’interno di sé stessa consegnandoci come accostarci al testo e come aprirci a nuove scoperte e relazioni a partire da essa”.
Profezia e collaborazione
La buona notizia valida per ogni tempo, prosegue il SAE, è che “di fronte alla fallibilità degli esseri umani e alla loro richiesta di pentimento, la risposta del Signore sopravanza, supera ogni aspettativa. Il suo stesso spirito, la Ruach, sarà sparsa su ogni ‘carne’. Lo Spirito scompiglia la realtà per ricostruire una nuova visione delle cose. E per fondare una nuova comunità in cui le differenze sono rispettate e valorizzate. Dove le parole risuonano nella lingua di ognuna e ognuno e sono comprensibili a tutte e tutti di qualsiasi provenienza siano. Questo si avvera anche oggi, continua Rimoldi, in modo inclusivo come profetizza Gioele. Sia le figlie sia i figli, nominati singolarmente, hanno ricevuto l’investitura di farsi portavoce della Parola di Dio”.
Sottolinea ancora la teologa: “con la venuta dello Spirito giovani e vecchi non sono posti su un piano verticale, ma sono su un piano di contiguità e di collaborazione. Tutti sono chiamati contemporaneamente e si muovono insieme su uno spazio orizzontale di rispetto, ammirazione e compartecipazione paritaria in cui ciascuno arricchisce l’altro con il frutto del suo dono”.
La profezia che Paolo raccomanda a tutte e tutti (1 Corinzi 14): “è spirito di denuncia verso tutto ciò che opprime. Spirito di rivelazione che mostra la volontà di bene di Dio per le nostre vite. È spirito di consolazione che incoraggia e conforta chi è debole e affaticato. Essere profetici comporta uno sforzo, un impegno costante”.
La testimonianza di Valeria Khadija Collina
Il pomeriggio ha visto la partecipazione di Valeria Khadija Collina, intervistata dal caporedattore di Avvenire Riccardo Maccioni. La donna, madre del giovane Youssef Zaghba ucciso dalla polizia a Londra il 3 giugno 2017 dopo aver provocato la morte di otto persone, ha rievocato i fatti accaduti all’interno della storia della famiglia. “Il coraggio di pronunciare questa storia – scrive il SAE – è lo stesso con il quale Valeria Collina racconta la propria storia e quella di suo figlio nelle carceri minorili a chi è stato vittima della radicalizzazione e si è fermato a un passo prima dell’abisso. La donna ha accettato di partecipare a un progetto dedicato ai giovani adescati dal terrorismo e si sta impegnando ad approfondire i testi sacri dell’Islam, a farne una rilettura femminista, e a veicolare il tema del dialogo interreligioso attraverso il teatro, disciplina a cui si era dedicata da universitaria”.
Lo Shabbat
La giornata si è conclusa con la liturgia ecumenica nell’atrio della chiesa del Monastero seguita dall’ingresso dello Shabbat, con l’accensione delle candele da parte della professoressa Laura Voghera Luzzatto, moglie dell’indimenticabile Amos Luzzatto, scomparso nel 2020, studioso ebreo simpatizzante del SAE, e la preghiera del Kiddush recitata da Sandro Ventura di Shir Hadash, congregazione di Firenze della Federazione italiana per l’ebraismo progressivo (FIEP).
Per ulteriori approfondimenti:
Leggi gli articoli del NEV sul SAE.
Vai al canale Youtube del SAE.