Migrazioni. Organizzazioni religiose e agenzie ONU per un’azione comune

Roma (NEV), 27 gennaio 2016 – “La risposta dell’Europa alla crisi dei rifugiati e migranti – Partenza, transito, accoglienza e protezione: un appello a favore della condivisione delle responsabilità e alla cooperazione nell’azione”: questo il titolo dell’appello lanciato al termine della recente conferenza di alto livello sulla crisi migratoria in Europa, organizzata dal Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) e dalle agenzie delle Nazioni Unite presso il Centro ecumenico di Ginevra (Svizzera) il 18 e 19 gennaio scorsi. Diversi i punti toccati nell’appello – pubblicato congiuntamente dal CEC, dal Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF), dal Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA) e dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) – tra cui spicca la primazia del diritto internazionale, e quindi della necessità, in qualsiasi circostanza, di rispettare i diritti dei rifugiati e migranti, a prescindere dalla loro origine nazionale, etnica, religiosa o di genere: una frecciata, tra le righe, contro l’istituzione dei cosiddetti “hotspot”, che “smistano” le richieste di asilo in base alla nazionalità del richiedente. L’appello, inoltre, sottolinea la necessità di una maggiore cooperazione tra i vari attori che si occupano di rifugiati e migranti in Europa, e dice chiaro e forte che “chiudere le frontiere non è una soluzione”. Non solo, ma per i partecipanti alla conferenza “è urgente espandere e facilitare l’istituzione di corridoi umanitari sicuri e legali per rifugiati che si spostano verso l’Europa”.Alla conferenza è stato presentato, tra le altre iniziative, anche il progetto dei corridoi umanitari “Mediterranean Hope”, promosso dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), in collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio. I primi corridoi umanitari a beneficio di persone particolarmente vulnerabili provenienti dalla Siria e fuggite nel vicino Libano, sono in dirittura d’arrivo.