La nazione Sioux vince la battaglia di Standing Rock

La soddisfazione dei leader religiosi per la deviazione del percorso di un oleodotto

Roma (NEV), 7 dicembre 2016 – La nazione Sioux ha vinto: la riserva di Standing Rock (Nord Dakota, USA), non sarà attraversata dal Dakota Access Pipeline (DAPL). L’oleodotto della texana Energy Transfer non passerà sotto il fiume Missouri, mettendo a rischio le riserve di acqua potabile della zona, né profanerà il terreno sacro di Sundance Ground, ma dovrà raggiungere l’Illinois seguendo un altro percorso. Il progetto è stato bocciato sia dall’amministrazione Obama sia dal genio militare americano che ha negato le autorizzazioni necessarie per il proseguimento dell’opera. Una vittoria annunciata ufficialmente lo scorso 4 dicembre dal portavoce della tribù di Standing Rock, Dave Archambault II, e a cui hanno contribuito anche gli esponenti di molte chiese e comunità di fede che nei mesi scorsi hanno sostenuto la battaglia della nazione Sioux.
In prima linea si è mossa soprattutto la Chiesa episcopaliana degli Stati uniti con il pastore John Floberg che a inizio novembre aveva chiamato a raccolta oltre 500 leader religiosi per una manifestazione e un presidio permanente nella zone. Floberg è stato pubblicamente citato dal vescovo Michael Curry, presidente degli episcopaliani, per aver “amplificato la voce della gente di Standing Rock” e, insieme a molti altri, “richiamato l’attenzione su ingiustizie che vanno molto indietro nella storia del nostro Paese”. Parole di gratitudine sono state espresse anche da Jim Winkler presidente del Consiglio nazionale delle chiese cristiane degli Stati Uniti (NCCCUSA), un organismo che raccoglie 38 chiese in rappresentanza di oltre 45milioni di credenti. “Siamo grati a tutti coloro che si sono impegnati in questa battaglia, riuscendo a fare la differenza – ha detto Winkler -. Speriamo vivamente che Standing Rock rappresenti un punto di svolta nelle spesso tormentate relazioni tra i nativi americani e le chiese cristiane”.
Nonostante la vittoria, i leader religiosi non intendono abbassare la guardia. “Prima di tutto, speriamo vivamente che la nuova amministrazione non intenda ribaltare la decisione”, ha fatto presente Winkler. Nei prossimi mesi, poi, il genio militare studierà percorsi alternativi attraverso cui far passare l’oleodotto. “In questo nuovo processo le popolazioni locali devono essere consultate e nessuna decisione dovrà passare sulle loro teste”, ha affermato il vescovo Curry che si è detto intenzionato a promuovere un’indagine del Dipartimento di giustizia sull’uso della forza contro i manifestanti da parte delle forze dell’ordine.