La Festa del Lavoro (e non solo) a Lampedusa

Negli scorsi giorni Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della FCEI, che quest'anno compie i suoi primi dieci anni, ha promosso sull'isola una rassegna di dibattiti, musica, cucina e cortometraggi per costruire reti e comunità consapevoli.

Roma (NEV), 7 maggio 2024 – Grande successo per la rassegna organizzata a Lampedusa per la Festa del Primo maggio.  Un momento “molto partecipato, con circa duecento persone in piazza”, come spiega Francesca Saccomandi, operatrice di MH a Lampedusa. “E’ stato un momento di comunità molto forte, una vera festa, un “mescolarsi” tra persone”, aggiunge. Oltre alla proiezione dei corti del Rosarno Film Festival, ci sono stati vari momenti conviviali, a base di cibo lampedusano e gambiano, musica e balli, “anche questi all’insegna della fusione, dell’interazione e dello scambio”.

In particolare Mamma Li Turchi Band e due musicisti gambiani, Peace Maker and Miguel “hanno mescolato ritmi tradizionali africani e liscio. I lampedusani sono campioni di ballo liscio e di balli di gruppo, ma si sono lanciati con successo anche dietro al ritmo del djembe e del dundunba”. E anche il cibo è stato un momento di scambio: “Alcuni ragazzi gambiani avevano cucinato il thiebou yapp che è andato a ruba, tanto quanto gli anelletti alla palermitana di Com’è e il macco di fave preparato dall’associazione cuochi e pasticcieri Agrigento”.
Dunque la “morale” della rassegna di MH è che uno scambio è praticabile, dal basso: “Nonostante la completa separazione tra lampedusan@ e persone in movimento, cioè migranti che approdano sull’isola, l’incontro è possibile e può avere la forma di una festa. Questo evento ce lo ha dimostrato. Le politiche securitarie continuano a disciplinare i corpi e le traiettorie delle persone in movimento, e non abbiamo smesso di pensare alle oltre 1500 persone arrivate nel corso degli ultimi tre giorni. Li avremmo voluti come ospiti d’onore alla nostra serata, e continueremo a lottare perché un giorno questo diventi possibile”.