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Home Chiese e Società Cultura Venezia 81. “Quiet Life” di Alexandros Avranas vince il Premio INTERFILM

Venezia 81. “Quiet Life” di Alexandros Avranas vince il Premio INTERFILM

Roma (NEV), 7 settembre 2024 – Alla 81^ Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia la giuria protestante ha assegnato il Premio INTERFILM per la promozione del dialogo interreligioso al film “Quiet Life” di Alexandros Avranas.

Il riconoscimento è stato consegnato al protagonista del film, il russo Grigory Dobrygin che, peraltro, è di fede avventista. La cerimonia si è svolta questa mattina alle 10 presso la terrazza del Palazzo del Casinò, al Lido di Venezia, alla presenza fra gli altri del Delegato INTERFILM a Venezia, il pastore Peter Ciaccio (anche presidente dell’Associazione protestante cinema “Roberto Sbaffi” nonchè Consigliere della Federazione delle chiese evangeliche in Italia – FCEI -). Il pastore Ciaccio ha presenziato alla consegna della targa indossando la maglietta di Mediterranean Hope, il programma rifugiati e migranti della FCEI che promuove diverse iniziative come ad esempio i corridoi umanitari, l’osservatorio di Lampedusa e il centro diurno di accoglienza sulla rotta balcanica a Bihać, in Bosnia, con tanto di palestra di arrampicata aperta a tutti e tutte, la “Flamingo Loophole”.

Dobrygin ha letto il messaggio del regista Avranas (traduzione in italiano più in basso).

«Thank you to the INTERFILM jury for this incredible honor. I’m deeply grateful that “Quiet Life” has been recognized for promoting interreligious dialogue. The story of Sergei and Natalia reflects the struggles of countless refugees, and their fight to preserve hope in the face of despair. By sharing their journey, we aimed to inspire empathy and spark dialogue about the human condition, no matter our background or beliefs. Thank you to everyone who made this film possible. We hope it continues to resonate and encourage conversations that bridge divides».

(traduzione: Grazie alla giuria di INTERFILM per questo incredibile onore. Sono profondamente grato che “Quiet Life” sia stato riconosciuto per aver promosso il dialogo interreligioso. La storia di Sergei e Natalia riflette le battaglie di innumerevoli rifugiati e la loro lotta per preservare la speranza di fronte alla disperazione. Condividendo il loro viaggio abbiamo mirato a ispirare empatia e accendere il dialogo sulla condizione umana, indipendentemente dal nostro background o dalle nostre convinzioni. Grazie a tutti coloro che hanno reso possibile questo film. Ci auguriamo che continui a risuonare e incoraggiare conversazioni che colmino le divisioni).

Questa, invece, la motivazione della giuria:

Assegniamo il Premio INTERFILM per la promozione del dialogo interreligioso a un film di alta qualità artistica ed estetica.

“Quiet Life”(Vita tranquilla), non sempre la vita è tranquilla, anzi non lo è per niente. Una famiglia chiede asilo, che purtroppo viene negato. Il rifiuto provoca una misteriosa condizione psicologica per le due bambine, la cosiddetta “sindrome della rassegnazione infantile”. Questo film incredibilmente denso è strutturato in modo chiaro e le interpretazioni degli attori sono profondamente toccanti e stressanti allo stesso tempo. Tutto ciò ci mette di fronte all’ipocrisia di una burocrazia cosiddetta umana, ma in realtà fredda come il ghiaccio. Attraverso la scelta di questo film incoraggiamo le persone a riflettere sulla dignità umana, a rafforzare la solidarietà con i richiedenti asilo e a promuovere la nostra consapevolezza su ogni tipo di rifiuto.


La giuria era composta dal danese Jes Nysten (Danimarca, presidente), Naomi Evelyn Hondrea (Italia), Barbara Schantz-Derboven (Germania), Ingrid Glatz e Stefan Haupt (Svizzera).

“È stata un’esperienza spettacolare, con delle persone davvero speciali – ha dichiarato all’Agenzia NEV la giurata italiana, la giovanissima Naomi Evelyn Hondrea -. Al di là dei film visti, che sono stati di buon livello, l’esperienza di lavorare in un gruppo di fratelli e sorelle cinefili mi ha emozionata molto perché mi ha aperto al dialogo e all’assunzione dei reciproci punti di vista. Il film premiato, sin dall’inizio mi ha toccata in un modo molto particolare perché la mia famiglia in passato ha attraversato un doloroso periodo di irregolarità. Questo premio per me ha anche un enorme valore simbolico, poichè credo che la chiesa in questi casi possa ricoprire un ruolo centrale nel prendere una posizione in nome dell’amore e rispetto verso il prossimo, dell’uguaglianza, della libertà e della giustizia”.

Questo speciale premio INTERFILM è giunto alla sua 13^ edizione.