Roma (NEV), 29 ottobre 2024 – Anche se in gran parte del mondo occidentale questa data è associata a Halloween, per le chiese protestanti il 31 ottobre è la Festa della Riforma.
Il 31 ottobre del 1517, infatti, Martin Lutero affisse le sue 95 tesi sul portale della chiesa del Castello di Wittenberg. Questa data è convenzionalmente considerata l’inizio della Riforma protestante. Nelle sue tesi, Lutero metteva in discussione la vendita delle indulgenze e il conseguente scandaloso sistema di inganno del popolo e della povera gente. Un tariffario per cancellare i peccati e per ottenere il perdono – perdono che, per Lutero e per le chiese riformate, è esclusivo appannaggio di Dio – era lo strumento per setacciare fondi per costruire la Basilica di san Pietro, anche se molte entrate servirono poi a saldare debiti…
Cade sempre nella stessa data anche Samhain, antica festa celtica che segna la fine della stagione dei raccolti e l’inizio dell’inverno. Seguono poi Ognissanti e la festa dei morti. Le sovrapposizioni fra antiche feste pagane e cristiane, il sincretismo religioso, il recupero o la condanna di certe tradizioni o usanze, finiscono così nel calendario. Confuse o contrapposte nella storia e nella geografia.
La Festa della Riforma ha invece una data certa, storica, dalla quale partono dispute, persecuzioni, rinnovamenti e rinascite. Questa storia ci ricorda che la chiesa, o potremmo dire il Cristianesimo, è sempre in continua trasformazione: ecclesia semper reformanda.
Il presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), pastore Daniele Garrone, in un’intervista proposta da chiesavaldese.org per questa occasione, parla di “sogno protestante” e di una sua naturale dimensione di apertura ecumenica.
Le chiese protestanti sono sempre alla ricerca di una “Testimonianza che guardi al futuro”, sostiene Garrone, interrogandosi sul significato di identità protestante. “L’identità è una chiamata – precisa il pastore -, non è il recupero di un carattere contro qualcuno, né una scoperta di sé. Questa è una delle grandi sfide della Riforma. La tua identità non ce l’hai ancora. Per dirla con le parole di Lutero: la nostra fede è certa perché pone noi al di fuori di noi stessi”.
In questo modo, libera e liberata dai problemi identitari, la nostra vocazione trova il suo senso. Nell’intervista, Garrone parla anche della genialità di Lutero e della radicalità del suo pensiero su Dio, essenza del discorso cristiano: non è importante quello che tu puoi fare, dire o pensare, perché “è Dio stesso che si occupa persino di te, persino di me”. L’eclettismo riformato attraversa la storia: da Calvino, con la sua “sensibilità per le questioni filologiche e la lettura critica dei testi”, fino a Karl Barth e alla teologia moderna, anche italiana. Come vogliamo oggi confessare la fede? In che modo articoliamo cosa significa per noi credere in Gesù? Questa epoca, in cui imperversa l’esternazione superficiale anche aggressiva, è caratterizzata da “diffidenza e rifiuto verso il pensiero” conclude Garrone. Questo è “il tempo proficuo per la confessione, per dire con parole nostre cosa vuol dire essere cristiani”.
Per celebrare la Riforma protestante, le chiese propongono diverse iniziative e riflessioni. In particolare, segnaliamo:
3 novembre. Lo Speciale RAI3 per il culto della Riforma in Eurovisione
31 ottobre 2024, il ritorno (chiesaluterana.it) l’articolo sul sito della Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI) che parla, fra l’altro, dello sviluppo dell’avatar di Lutero proposto dalla Chiesa evangelica della Renania, con addirittura un’app in realtà aumentata in cui il riformatore tedesco discute con il rivoluzionario Thomas Müntzer (1489-1525) di questioni sociali oltre che teologiche…