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Roma (NEV), 27 febbraio 2017 – Una comunità in festa ha accolto ieri pomeriggio a Roma papa Francesco nella chiesa anglicana di All Saints’. E’ la prima volta che un vescovo di Roma – questo l’appellativo con cui il vescovo anglicano Robert Innes ha salutato il papa – entra nella chiesa di via del Babuino. L’occasione è l’anniversario dei 200 anni di presenza anglicana nella città eterna, una ricorrenza che la comunità di All Saints’ ha voluto vivere nella più ampia dimensione ecumenica, alla presenza di numerosi partner cattolici, ortodossi e protestanti. “Nel corso di questi due secoli – ha detto papa Francesco nella predicazione tenuta da davanti a un chiesa gremita – molto è cambiato tra anglicani e cattolici, che nel passato si guardavano con sospetto e ostilità; oggi, grazie a Dio, ci riconosciamo come veramente siamo. Come amici e pellegrini desideriamo camminare insieme, seguire insieme il nostro Signore Gesù Cristo”.
Oltre che dal vescovo della diocesi anglicana d’Europa Robert Innes, papa Francesco è stato accolto dal suo suffraganeo David Hamid, dal cappellano di All Saints’ Jonathan Boardman, dalla sacerdote Dana English e dal vescovo David Moxon, rappresentante dell’Arcivescovo di Canterbury presso la Santa Sede e direttore del Centro anglicano di Roma.
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Come in altre occasioni, il culto ecumenico ha previsto un momento di colloquio con la comunità ospitante i cui membri hanno potuto rivolgere delle domande a papa Francesco. E’ in questa parte del culto che Francesco ha reso noto il progetto di una visita in Sud Sudan insieme all’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby. “I miei collaboratori stanno studiando la possibilità di un viaggio in Sud Sudan. Perché? Perché sono venuti i Vescovi, l’anglicano, il presbiteriano e il cattolico, tre insieme a dirmi: ‘Per favore, venga in Sud Sudan, soltanto una giornata; ma non venga solo, venga con Justin Welby, cioè con l’arcivescovo di Canterbury’… dobbiamo farlo perché loro tre insieme vogliono la pace, lavorano insieme per la pace…”. E’ stata l’occasione per il pontefice di celebrare la vitalità, il coraggio e la capacità di dialogo ecumenico delle giovani chiese del sud del mondo, ben rappresentate anche a All Saints’, una comunità internazionale con molti membri africani.
Altro momento significativo della celebrazione è stato il gemellaggio tra All Saints’ e la parrocchia cattolica di Ognissanti sull’Appia Nuova. “Le nostre due comunità parrocchiali collaborano già in molti modi e vivono un’amicizia che si esprime prima di tutto nel servizio ai poveri. Il gemellaggio suggellerà simbolicamente questo saldo legame ecumenico”, ha spiegato Boardman. Per l’occasione era presente anche Walter Kasper che è cardinale presbitero di Ognissanti.
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Infine, la Chiesa di All Saints’ ha offerto a papa Francesco alcuni doni: alcuni offerti in suo nome – come il finanziamento di alcune cene settimanali per i poveri nel quartiere ostiense, o l’acquisto di Bibbie in inglese per donne africane schiave della tratta. Altri invece consegnati direttamente a Francesco: una serie di marmellate fatte in casa e una simnel cake, una torta pasquale decorata con 11 palline di marzapane che rappresentano gli apostoli (Giuda escluso). Doni che descrivono bene un pomeriggio in cui solennità e familiarità si sono intrecciate con naturalezza.