Al Senato il ddl sulla tortura. ACAT Italia: “Rispettare i tempi e migliorare il testo”

Roma (NEV), 11 maggio 2017 – Strada ancora in salita per il disegno di legge sulla tortura, tornato all’attenzione del Senato: l’esame del provvedimento è già slittato alla prossima settimana per via della presentazione di due emendamenti, e per dar tempo ai gruppi di presentare eventuali subemendamenti. Ciononostante Massimo Corti, presidente di ACAT Italia – l’associazione ecumenica che da anni è impegnata a favore dell’introduzione del reato di tortura come previsto dalla Convenzione ONU firmata dal nostro paese quasi 30 anni fa – è fiducioso: “Finalmente il ddl è tornato al Senato. Ci auguriamo che i tempi vengano ora rispettati e che i subemendamenti attesi per concretizzare gli accordi raggiunti non aprano nuove falle in questo tormentato ddl e facciano un espresso riferimento a quanto previsto dalla Convenzione ONU”.

Per Corti il testo in discussione si scosta “moltissimo (troppo) dall’art. 1 della Convenzione ONU, ad iniziare dal fatto che il reato di tortura, solo in Italia, esisterebbe anche se a commetterlo fosse un privato cittadino”. E conclude: “Se da un lato il compromesso raggiunto ha eliminato l’assurda necessità che la violenza sia reiterata per poterla chiamare tortura e intenda rassicurare ancora una volta le forze dell’ordine, restano ancora vari nodi da sciogliere, come la necessità di dover verificare il trauma psichico subito e la possibilità che il reato si prescriva”.