Corno d’Africa. Proposte concrete delle chiese contro la fame

Nuove politiche agricole, rimboschimento, autoproduzione, strategie e breve e lungo termine. Questa la chiamata all’azione a seguito della conferenza di Nairobi

Agnes Abuom, Comitato centrale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) a Nairobi. foto Geoffrey Alemba/AACC/WCC

Roma (NEV), 3 luglio 2017 – Si è chiusa il 29 giugno a Nairobi la conferenza di chiese e organizzazioni internazionali sul tema della carestia nel Corno d’Africa. Sono emerse proposte concrete e un rinnovato impegno a tenere alta l’attenzione su questa emergenza che colpisce periodicamente e inesorabilmente il Sud Sudan, il Kenya, il Burundi, la Somalia, l’Etiopia e l’Uganda.

Siccità, danni alle produzioni, conflitti e cambiamenti climatici richiedono strategie a breve e lungo termine. Per questo occorrono misure per fermare i conflitti, strumenti per aiutare le comunità a sopravvivere, azioni di governance. Fra le proposte, la messa in dimora di alberi, la distribuzione e conservazione di sementi, il rafforzamento di partnership, il miglioramento delle tecniche agricole e l’accompagnamento all’autoproduzione, il monitoraggio delle politiche, la condivisione delle conoscenze e delle pratiche. I leader religiosi hanno chiamato all’azione tutte le chiese, le istituzioni politiche e gli organismi impegnati a livello internazionale sul tema.

La conferenza è stata organizzata da Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), Conferenza delle chiese di tutta l’Africa (CETA), ACT Alliance, Federazione luterana mondiale (FLM), World Vision International e World Food Programme.