GB. La Chiesa di Scozia denuncia l’insicurezza alimentare che colpisce 1 bambino su 5

Roma (NEV/Riforma.it), 13 luglio 2017 – In Gran Bretagna, con la fine della scuola molti bambini di famiglie disagiate perdono l’unico pasto completo della giornata, quello fornito appunto dalle mense scolastiche. A mettere sotto i riflettori questa vera e propria emergenza sociale, diffusa in tutto il Regno Unito, è la Chiesa di Scozia, attraverso il coordinatore della Commissione Chiesa e società, pastore Richard Frazer.

Secondo una recente statistica delle Nazioni Unite, in Gran Bretagna 1 bambino su 5 è a rischio alimentare, rispetto a una media di 1 su 8 dei paesi più ricchi del mondo. “Questi numeri non sono soltanto statistiche ma rappresentano bambini reali, con un nome, un volto e lo stomaco troppo spesso vuoto”, ha scritto Frazer in un articolo pubblicato sul Sunday Express e ripreso dal sito dei presbiteriani scozzesi.

Il pastore Richard Frazer

Secondo Frazer, Il motivo principale di questa situazione è la diseguaglianza crescente che allarga la forbice tra ricchi e poveri, acuita dai ripetuti tagli alla spesa sociale operati dai successivi governi conservatori. “Politiche che fanno pagare il prezzo più altro proprio ai bambini”, denuncia Frazer.

In Scozia, le chiese locali sono in prima fila nel garantire pasti giornalieri gratuiti ai bambini più svantaggiati. “L’azione diaconale delle chiese può essere un aiuto in situazioni di emergenza ma non la soluzione che va cercata in politiche di lungo termine. Il cibo, infatti, non è solo una questione di consumo, ma anche e soprattutto di comunità e condivisione”, ha concluso Frazer.

Sui temi della povertà e dei bisogni dei minori e delle loro famiglie, la Chiesa di Scozia ha pubblicato – insieme alla Chiesa metodista di Gran Bretagna, l’Unione battista britannica e la Chiesa riformata unita – due rapporti “Le bugie che raccontiamo a noi stessi: porre fine ai miti rassicuranti sulla povertà” del 2013 e, soprattutto, “Abbastanza: la nostra responsabilità di rispondere ai bisogni delle famiglie” del 2016.